Thiago Motta in cattedra: “Vi svelo tutti i segreti del grande Bologna”

«Ehi, Thiago ciao». C’è un ragazzo, uno studente di Scienze Motorie, che l’ha riconosciuto anche da lontanissimo. Cappotto verde militare, maglioncino beige, jeans e stivaletti eleganti: Motta, in fila indiana in mezzo a tutti gli uomini del suo staff, si avvicina, lo guarda, accenna un sorriso, un saluto e poi fila dentro l’Aula Giorgio Prodi dell’Università di Bologna all’interno del complesso di San Giovanni in Monte. Sono le ore 14,45. Manca un quarto d’ora all’inizio del convegno All Around Soccer, organizzato da Aiac (l’associazione italiana allenatori calcio) per offrire incontri formativi agli studenti di Scienze Motorie di alcuni atenei italiani. Thiago, dopo i saluti istituzionali, va ad accomodarsi in prima fila: lui salirà in cattedra per rispondere alle domande alle ore 17. Intanto ascolta le varie relazioni, anche degli uomini del suo staff. Si parla di fatica mentale, di nutrizione con Federico Tartaglia, di analisi dei dati con Luca Benedetti, di recupero fisico e atletico. E poi al fianco del professor Perondi, ex preparatore di tanti Bologna, ecco che tocca a Motta. «Avete capito, perché stiamo andando così bene- chiede retoricamente l’allenatore rossoblù ai 150 studenti presenti a questa lectio magistralis? Queste relazioni lo spiegano in modo fantastico. I nostri ragazzi hanno libertà di scegliere, ma noi dobbiamo trasmettergli il concetto di cosa è la cosa giusta per loro. Non è scontato riuscire a farlo». 

Thiago, i segreti del Bologna 

Se c’è un segreto dietro al Bologna da Champions, che sta occupando stabilmente la quarta posizione in classifica eccolo. Thiago lo svela. «Il nostro segreto è questo: il grande lavoro, e le persone, grandi professionisti e uomini, che si danno da fare anche nei momenti difficili. Al momento sta andando molto bene e speriamo continui così». Un po’ di merito Thiago se lo prende. «Sono stato bravo a scegliere gli uomini del mio staff e sono stato fortunato con quelli che ho trovato già qui. I calciatori avvertono l’ambiente che c’è nello staff, io me lo ricordo da calciatore, e loro facilitano il nostro lavoro di allenatori». A Bologna «una città bellissima che mi ha accolto benissimo» Thiago è esploso come tecnico. «Da giocatore non ho rimpianti. Ho giocato in grandi squadre e in squadre, meno grandi, ma ho vissuto emozioni grandi ovunque. Oggi come allenatore ho grandi responsabilità e mi sento soddisfatto ancora più che quando giocavo. Qua, grazie anche alla società, dal presidente ai magazzinieri stiamo vivendo insieme qualcosa di bellissimo dobbiamo viverlo fino in fondo. Io cerco di contribuire in quello che posso affinché i giocatori possano trasmettere emozioni a tutti anche a me perche sono orgoglioso di quello che stanno facendo questi ragazzi». Nel calcio di Thiago, sangue «brasiliano» la tecnica è importante, ma non basta solo quella. «Servono anche la mentalità e il fisico».  

Gruppo squadra 

L’altro aspetto chiave è la gestione del gruppo. Motta sa che «per chi gioca meno non è facile, ma non posso regalare niente a nessuno». Però a chi si merita le occasioni le dà come dimostra l’alternanza anche in porta. «Abbiamo due grandi portieri. A me piace un gruppo di qualità, ridotto». Ora c’è da preparare la trasferta di Bergamo. «A fine settimana facciamo due allenamenti di simulazione partita. Incontreremo una squadra individualmente fortissima che non permette agli avversari di giocare. Noi dobbiamo giocare insieme, rispettando la nostra organizzazione. Oggi stiamo molto bene». E c’è da crederci se lo dice Motta, uno che sa riconoscere anche i propri errori. «L’anno scorso a Torino ho chiesto scusa ai ragazzi perché abbiamo perso una mezz’ora di gioco per una mia scelta tattica. Me ne sono accorto e abbiamo cambiato». Scatta un applauso. E alla fine, prima di tornare a casa, Thiago si è fatto decine e decine di selfie con gli studenti. 

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