Tebas chiama Messi: l’attacco al PSG e al calcio francese

Pochi giorni dopo aver vinto la significativa “battaglia” per il mantenimento nella legge dello sport spagnolo dell’articolo che dà ai club la possibilità di lottare contro la Superlega, Javier Tebas, presidente della Liga, ha rilasciato una lunga intervista nel corso dell’Olé Sports Summit, nella quale ha toccato temi sportivi ed economici.

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“Messi? Manca alla Liga tanto quanto è vero il contrario…”

La domanda poù succosa ha riguardato il possibile ritorno in Spagna di Leo Messi, che potrebbe decidere di concludere dopo appena due stagioni la propria avventura al PSG. Tebas ha affrontato l’argomento senza reticenze, parlando anche di Cristiano Ronaldo…: “Penso che Messi non manchi solo alla Liga, ma a tutto il calcio mondiale, perché il campionato francese è quello che è ed ha il seguito che ha. Messi non ha al PSG lo stesso seguito che aveva al Barcellona, PSG-Nantes non potrà mai essere vista come una partita della Liga. La speranza che torni c’è, sarebbe un bene anche per lui. Rompere quel matrimonio è stato un errore, anche da parte sua. Ronaldo? Penso che Messi debba tornare prima di lui, ma in ogni caso anche senza di loro la Liga è ancora ai massimi livelli“.

Tebas incorona la Premier League: “È la vera Superlega”

Tebas si è poi soffermato a parlare del gap economico che separa la Premier League dagli altri campionati top in Europa: “Ritengo che ci sia una grande Superlega, a livello economico, che è la Premier League, poi ci sono altri due tornei che stanno combattendo per un ideale secondo posto, la Bundesliga e noi quindi la Serie A italiana e la Ligue q francese. Per noi avvicinarsi alla Premier è molto difficile, siamo un paese con meno abitanti e con una penetrazione inferiore a livello televisivo e questo è molto importante a livello di ricavi. Dobbiamo farci venire idee nuove per provare a colmare il gap, la valorizzazione dei social non è sufficiente“. Infine una battuta sulll’accordo con il fondo di private equity CVC Capital Partners e in generale sull’ingresso nel calcio dei fondi d’investimento, ipotesi che è stata per il momento scartata in Italia: “Sappiamo tutti che il reddito principale per i club è il campo, ma per riformare stadi e infrastrutture la partnership con i fondi è essenziale, perché il 70% di quanto entrerebbe sarebbe dedicato proprio alle infrastrutture: se verrà presentato un progetto all’altezza i soldi verranno dati, altrimenti no. Il progetto finale farebbe la differenza“.

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