Superlega, il professor Clementi: “Impossibile tenere il piede in due scarpe”

TORINO – «La Superlega ha diritto di esistere. Ma attenzione, questo non significa che chi decida di partecipare poi possa avere il diritto di disputare campionati nazionali o le coppe europee», parola di Francesco Clementi. Professore di diritto pubblico italiano e comparato alla Sapienza, che ipotizza un’estrema sintesi di come potrebbe andare a finire: «Non si può tenere il piede in due scarpe».

Professor Clementi, entriamo nella sentenza del Tribunale Provinciale di Madrid. Cosa ci dice?
«Intanto va detto che riguarda solo i club spagnoli, quindi Real Madrid e Barcellona. Ma è ugualmente significativa, anche per la Juve, rappresentando un elemento importante. La sentenza dice che sia la Uefa che la Fifa non possono sanzionare i club che aderiscono alla Superlega. Il tema che ne consegue però è duplice. Il primo si sviluppa su un livello generale che possiamo definire come il “modello europeo di sport” e riguarda il modo in cui le singole organizzazioni nazionali che determinano i campionati siano legate da una visione collettiva comune di valori europei. Il secondo elemento è che la possibilità di costituire un’altra lega sia compatibile o meno con la presenza concomitante nelle competizioni nazionali o internazionali sotto l’egida di Fifa e Uefa. Ma su quest’ultimo punto il tribunale spagnolo non è competente, per questo bisogna aspettare il pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea».

Cosa dovrà dire di decisivo la Cgue?
«Ci dirà se Fifa e Uefa occupano effettivamente una posizione monopolistica dominante o se invece siano rispettosi del bilanciamento di valori e interessi del modello sportivo ed europeo definito dalla legislazione europea. Ipotizzando assolutamente legittima la creazione della Superlega dentro una lettura pluralistica, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea dovrà dirci, provando a semplificare, se chi dovesse decidere di aderirvi avrà o meno diritto di continuare comunque a partecipare anche ai campionati e alle coppe europee. Perché c’è la libertà di associarsi, ma c’è anche quella di dissociarsi».

Ma è legittimo dire che non si può stare in entrambe le realtà?
«Secondo il Tribunale Provinciale di Madrid non lo è, perché considera Uefa e Fifa dominanti. In realtà il diritto dell’associarsi consentirebbe di dire che hanno il diritto di escludere chi non vuole stare interamente nelle regole di quelle associazioni. Il Tribunale Provinciale di Madrid sottolinea il fatto che poiché Fifa e Uefa sono in posizione dominante e monopoliste, qualsiasi loro decisione è una decisione monopolistica. Se invece Fifa e Uefa sono solo due organizzazioni tra tante altre, allora la loro decisione è legittima perché possono imporre regole ai consociati e chi le viola è giustamente fuori, perché non si può tenere il piede in due scarpe».

Che cosa si aspetta dalla sentenza della Cgue?
«Credo che farà un discorso coerente ma diverso da quello che tanti si aspettano. Dentro la sua giurisprudenza che parte dalla sentenza Bosman, si dirà che il modello europeo di sport apre oggi a questioni di diritto e di tutela del mercato e della concorrenza importanti, tra cui la garanzia di accesso per tutti e la tutela contro l’abuso di posizioni dominanti. Ma al fondo emergerà la domanda chiave: il modello di europeo di sport prevede la codificazione di una federazione europea unitaria, che oggi potrebbe essere rappresentata da Uefa e Fifa, o consente la possibilità di costituire più federazioni anche transnazionali secondo un modello più simile a quello americano? Per questo può essere una sentenza storica da studiare bene, anche alla luce dei casi che appunto si stanno accumulando».

Superlega, clamorosa sentenza del tribunale di Madrid

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Superlega, clamorosa sentenza del tribunale di Madrid

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