Super Giroud è già coi grandi: così il Milan può sognare

Sempre più leader, il francese guida la capolista a Salerno: media gol migliore di Weah e in scia a Inzaghi

Dategli palloni da scudetto e Olivier Giroud li spingerà alle spalle dei portieri. Al momento giusto e nelle occasioni che contano, come fanno i “9” da titolo. Come ha fatto chi ha indossato quel numero così iconico e carico di trionfi lungo oltre 120 anni di storia del Milan. Da Nordahl a Van Basten, la lista è lunga e arriva fino a Pippo Inzaghi, ultimo numero nove rossonero a cucirsi un tricolore addosso, undici anni fa. A quei tempi il bomber della squadra si chiamava (già) Ibrahimovic, mentre Inzaghi era costretto a guardare a causa di un intervento al ginocchio. Altri tempi, altro Milan, anche se quel Diavolo una cosa in comune con quello di Pioli ce l’ha (oltre al primo posto in classifica): attacca lo scudetto con due centravanti d’alta quota in rosa. E così, in attesa del ritorno di Ibra, il presente si chiama Giroud. Ed è un bel vedere: 7 gol in 16 partite, 10 inclusa la Coppa Italia, e soprattutto una presenza scenica da leader dentro e fuori dal campo. Proprio come Zlatan, anche se con caratteristiche diverse, sia nel modo di guidare l’attacco che nel linguaggio usato per comunicare. Partito da vice, Giroud in questi mesi si è preso la scena e se la gode: è l’uomo del momento perché ha ribaltato l’Inter in tre minuti e perché infiamma San Siro ogni volta che si avvicina alla porta. Ma è sempre più star anche sui social, dove si scatena come un ragazzino, tra story, video e gag. I tifosi lo adorano e Pioli ne sfrutta tutta l’esperienza e l’abilità in area di rigore: se il giovane Diavolo può sognare lo scudetto è anche grazie al peso del suo nove.

TRA I MIGLIORI

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Dall’alto della sua saggezza e dei suoi trofei in salotto (tra cui l’ultima Champions e l’ultima Coppa del mondo), Olivier ha preso di petto la storia rossonera, presunte maledizioni incluse: si è fatto stampare sulle spalle il numero dei grandi cannonieri, nonostante gli ultimi precedenti suggerissero di optare per altre soluzioni. E ha stracciato la iella della 9, portandosi sul podio dei migliori della “categoria”: da quando esiste la numerazione fissa sulle maglie della Serie A, ovvero dal 1995-96, soltanto il solito Inzaghi ha fatto meglio del francese alla prima stagione in rossonero con quel numero addosso. Nel 2001-02, SuperPippo ne segnò 10 reti in 20 gare di campionato, attraversando l’annata alla media di 0,5 gol a partita. Giroud, che di questo Milan non è un titolare fisso e che non ha ancora finito la stagione, viaggia a una media di 0,43. Appena dietro a Inzaghi e davanti a George Weah, media di 0,42 nel ‘95-96. Piccolo dettaglio: Inzaghi e Weah erano titolari fissi di quei Milan, Giroud no. Rapportando il rendimento ai minuti giocati, l’ex Chelsea scatta davanti a tutti: una rete ogni 137 minuti (Pippo ne segnava una ogni 171, Weah una ogni 204). Gli altri numeri 9 che si sono succeduti negli anni sono staccati notevolmente. Solo Higuain, che di reti ne fece 6 nelle prime 15, si avvicina al passo attuale di Giroud, ma quello del Pipita fu un fuoco di paglia: dopo una buona partenza nel 2018, a gennaio 2019 l’argentino era già a Londra, a giocarsi il posto nell’attacco del Chelsea con un certo… Giroud.

LONTANO DA CASA

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La stagione di Olivier, invece, è un crescendo che non ha ancora toccato il suo apice. Alla collezione manca una rete lontano da Milano, perché Giroud ha sempre segnato a San Siro, derby “in trasferta” compreso. Ci riproverà stasera, contro la difesa più bucata della Serie A. Weah si sbloccò alla prima trasferta, a Padova, Inzaghi al secondo tentativo, a Udine: i 9 da scudetto segnavano ovunque, Olivier prende la mira e si prepara.

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