“Spazio ai giovani”. Sì, ma non in Italia: Serie A e B tra le peggiori d’Europa

Il Cies ha pubblicato i dati sul minutaggio degli Under 21. Le nostre due leghe in fondo alla classifica dei campionati top

“Fiducia ai giovani”. Di questi tempi, sembra quasi un motto, da ripetere fino allo stremo, in seguito alla mancata qualificazione della Nazionale al Mondiale. Alla base, però, c’è una lucida verità: gli under in Italia trovano pochissimo spazio, meno che in (quasi) tutti gli altri paesi europei. L’osservatorio Cies ha pubblicato i dati relativi all’impiego dei calciatori non ancora 21enni nelle leghe di tutto il mondo. Tenendo conto della percentuale di minuti giocati da gennaio 2021 a oggi, i tornei di Venezuela e Arabia Saudita rappresentano due estremi opposti: nel primo, gli under 21 hanno disputato il 18,8% dei minuti totali a disposizione; nel secondo, appena l’1,6%.

In Europa

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Restringendo la ricerca all’Europa, emerge come sia la Danimarca – con la sua Superliga – a dare il buon esempio: nella massima competizione nazionale, i più giovani si sono fatti largo nel 16,5% dei minuti totali. Bene anche la Bundesliga austriaca (13,3%) e la Super Liga serba (12%), a differenza della maggior parte dei campionati “top”.

Flop Serie A…

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Mentre i ventenni della Ligue 1 hanno disputato il 9,1% dei minuti – il 2% in più rispetto ai colleghi della Bundesliga tedesca -, le statistiche si fanno meno esaltanti se si guarda a Premier League (4,4%), Liga (4,2%) e, infine, Serie A (3,9%). Il nostro campionato è tra i peggiori d’Europa secondo quanto emerso dalle statistiche Cies: solo Grecia e Turchia – che hanno rispettivamente raggiunto il 3,2% e il 2,3% – registrano numeri più bassi.

…e Serie B

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Ciò che preoccupa maggiormente, però, è la tendenza tipicamente italiana – e non soltanto della Serie A – a concedere poche opportunità agli under professionisti. Tra le seconde divisioni europee, infatti, la nostra Serie B (ferma al 4,9%) si piazza davanti alla sola 2.Bundesliga, mentre Segunda Division, Championship e Ligue 2 sono rispettivamente a quota 6,1%, 8,1% e 8,6%. Nonostante gli esempi di Barella, Tonali, Bastoni, Scamacca & Co, siamo ancora quelli che credono meno nei giovani.

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