Spalletti come Maradona: il precedente tra Napoli e Argentina

NAPOLI – I miti degli dei e degli eroi delle pozzanghere. «Se mi trovassi a un matrimonio con un vestito bianco e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci», disse una volta Maradona. E poi qualche anno dopo, alla fine della penultima ma già decisiva partita di qualificazione al Mondiale sudafricano del 2010, si tuffò sul serio nel fango del Monumental per festeggiare la vittoria della sua Argentina con il Perù strappata al 92′ con le unghie di Martin Palermo, l’idolo del Boca. Era il 10 ottobre 2009: dodici anni più tardi Luciano Spalletti lo ha fatto ancora nel suo stadio, il Maradona. Il dio del calcio e del fango pulito del pallone.

Napoli, Spalletti pazzo di gioia: si tuffa sul prato del Maradona

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Napoli, Spalletti pazzo di gioia: si tuffa sul prato del Maradona

Spalletti, la scivolata e la promessa

E allora, clic. Fotografia del giovedì con il Leicester: il Napoli vince per 3-2, conquista la qualifi cazione al playoff di Europa League e Spalletti corre in campo e plana felice sul prato fradicio di pioggia e grandine. «Lo avevo promesso a Elmas», racconterà dopo. «Gli ho detto che se avesse fatto un altro gol mi sarei buttato a terra». Troppo ghiotta e divertente l’occasione, e il resto è storia: Elif, già autore di una rete nel primo tempo, segna il definitivo 3-2 e il gioco è servito: vola sull’erba bagnata del Maradona, il signor Luciano. Vola come fece il Diego, all’epoca ct dell’Argentina, al Monumental di Buenos Aires.

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Spalletti: "Complimenti per il manto erboso del Maradona"

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Spalletti: “Complimenti per il manto erboso del Maradona”

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