Skorupski: “Bologna rinato, Sinisa migliora tutti. Arriva Swiderski? Lo conosco…”

Il numero 1 polacco racconta il momento degli emiliani: “Dopo il k.o. col Genoa ci siamo detti tutti… tutto”. E sui tifosi: “Come mi manca la curva piena”

Matteo Dalla Vite

22 gennaio – Milano

È appena andato a prendere Leo all’asilo. “Farà tre anni a maggio: se da grande diventerà attaccante, perfetto. Meglio fare il bomber…”. Lukasz Skorupski contro il Verona ha fatto una parata da 3 punti, come segnare un gol. San Lukasz è tornato.

Quando le cose andavano male (41 gare di fila prendendo sempre gol) anche lei come Sinisa non leggeva i giornali?

(sorride). “Io, come i miei compagni, avevo un grande fastidio addosso. Eppure lavoravamo ancor di più: quando vado a casa e so di non aver lavorato bene sto male. Quei palloni, però, entravano sempre…”.

E per molti era sempre colpa di Skorupski…

“La ricorda quella foto in cui, dopo l’1-0 al Crotone, mi abbraccio con i quattro difensori? La fine di un mezzo incubo: fu un gesto naturale. Per me è diventata quasi un’icona. Chi conosce il calcio sa che il nostro fare offensivo ti espone a rischi, quindi macché colpevoli qui o là…”.

Sinisa l’ha sempre difesa.

“In pubblico e in privato. Poi se faccio un errore e mi sgrida ci sta, non sono permaloso”.

Da un po’ di tempo difendete più bassi e compatti: o no?

“A volte. La verità è che qualcosa è cambiato dopo la sconfitta col Genoa. Ci siamo parlati tutti, giorni dopo, con franchezza. ‘Ora basta, cerchiamo di essere una squadra, tiriamo fuori i c… la classifica fa quasi paura’. E 1-0 al Verona”.

La sensazione è che Mihajlovic debba, ogni tanto, riattivarvi gli occhi della tigre.

“Sì: ogni tanto abbiamo bisogno di una sveglia perché ci appiattiamo. E Sinisa lo sa fare bene. A lui va un grazie grande così. Perché? La società ha deciso di puntare sui giovani di proprietà. Quanti ragazzi sconosciuti sono arrivati negli ultimi due anni? Li conoscevate? No. Ma oggi stanno diventando uomini, calciatori. Crescono. E quando sento parlare di Europa, beh, non è il momento: sono ragazzi al primo o al secondo anno in Italia. I 52 punti di Saputo o la salvezza? Se arriveremo decimi sarà un grande risultato. Prima salviamoci”.

I due ragazzi più cresciuti?

“Mi piacciono i centrocampisti che giocano e si inseriscono. Primo: Schouten, fra due anni sarà un top player; secondo: Svanberg, cresciutissimo”. 

Che portiere si sente, oggi, a ventinove anni?

Più maturo e responsabile, anche nei confronti del club. La squadra mi segue: mi sento importante per i compagni”.

Ha il contratto fino al ‘23: se le proponessero un rinnovo?

“Per come sto qui, e sto benissimo, direi di sì immediatamente”.

Il Bologna segue Swiderski.

“Su Instagram (ride)? Se lo segue lì allora lo prende… Non è ancora venuto nella nazionale dei grandi, l’ho visto una volta e poi nei video: un “9” dinamico, con piedi più che discreti. Mi pare bravo. Urbanski? Lui non lo conosco ancora…”.

Una volta Boniek ci disse che i calciatori polacchi sono tecnici, leali e affidabili.

“Grande Zibi: ho visto che ha scelto Paulo Sousa come c.t., il nostro pres. non sbaglia mai, faremo belle cose. Quando siamo in nazionale i ragazzi che giocano ancora in patria ci chiedono come arrivare in Italia: è sempre stata la nostra massima aspirazione. Siamo affamati, siamo soldati, siamo leali e non piangiamo se prendiamo una botta. Szczesny? E’ un amico, ci sentiamo ed è fra i migliori in A. Eh, sì: la Polonia sforna calciatori forti”.

Federico Ravaglia com’è?

“Bravo. A Sinisa piace”.

Ora la Juve. E poi il Milan.

“Siamo tutti sinisiani: giochiamo solo per vincere. Ma se esce un punto, beh, non lo butto via. In questo campionato tutte possono vincere con tutte, quindi chissà… Certo, nel Milan adesso i mostri sono due con l’arrivo di Mandzukic…”.

Sterziamo: cosa successe a sua moglie Matilde quando lei pubblicò quel post furioso?

“Finisce la gara contro la Samp. Sono felice, abbiamo vinto. Prendo il telefono, c’è un messaggio di Matilde. ‘Ho avuto paura, tremo ancora…’. Impazzisco. La chiamo. Mi racconta. Tre persone in bicicletta l’hanno circondata e intimorita, usando anche termini offensivi. Lei era col nostro cagnone buono come il pane e nostro figlio Leo nel parco sotto casa. E non credo fosse perché è mia moglie, sennò avrebbero colpito pure il mio nome. Brutta vicenda. Per una donna soprattutto. No, non li abbiamo ancora trovati: se succede li saluto per bene…”.

Chiosa: in Lega calcio auspicano che a primavera si possano far entrare più di 1000 persone allo stadio.

“L’altro giorno, in spogliatoio, coi compagni guardavamo immagini dell’anno-salvezza. In diversi, quando la telecamera zoomava sul pubblico, abbiamo detto: ‘Guarda com’era bello…’. E’ la nostra Curva che mi manca. E manca a tutti”.

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