Santiago Simon, la mezzala del River Plate che studia De Bruyne

Da sette anni il River Plate non riusciva a diventare campione d’Argentina: l’allenatore era Ramon Diaz. Ha vinto la Primera Division con tre giornate di anticipo. Netto il divario con il resto della compagnia. E la festa ha tolto a Marcelo Gallardo anche gli ultimi dubbi: resto o vado via? Il tecnico, alla fine, ha deciso di non smontare le tende, almeno per tutto il 2022. Le offerte non gli mancavano, ma ha promesso al presidente Rodolfo D’Onofrio che le rifiuterà. Ha rinviato l’appuntamento con il calcio europeo, che rimane comunque un punto di arrivo per un manager che ha vinto sedici trofei, tra cui due Coppe Libertadores con il River Plate. Il suo futuro è a Buenos Aires. E per altri sei mesi, così gli hanno garantito i dirigenti, non cambierà città neppure l’attaccante Julian Alvarez, ventuno anni, diciotto gol e sette assist in ventuno partite, corteggiato anche dalla Juve, dall’Inter, dal Milan e dalla Fiorentina. In campionato ha segnato ogni ottantotto minuti e ha una clausola da venticinque milioni di dollari, ma D’Onofrio e il centravanti non hanno intenzione di separare le loro strade, almeno fino all’estate, anche se il contratto è in scadenza il 31 dicembre del 2022 e la trattativa per il rinnovo fatica a decollare.

I SEGRETI – Sette punti di vantaggio sul Defensa y Justicia, che ha chiuso al secondo posto. E tredici sul Boca Juniors, arrivato quarto, garantendosi l’ultimo biglietto di ingresso per la Coppa Libertadores. Alvarez non è l’unico tesoro del River. Aspetta una telefonata per volare in Europa anche la mezzala Nicolas De La Cruz, classe 1997, uruguaiano, così come i due difensori centrali Paulo Diaz, cileno, ventisette anni, e David Martinez (23), paraguaiano. Gallardo proverà a trattenere Jorge Carrascal, colombiano, ventitré anni, fantasia e sostanza, uno dei leader del centrocampo, dove è stato prezioso il contributo del mediano Agustin Palavecino, classe 1996, cugino dell’ex romanista Erik Lamela, ora al Siviglia.

LA SORPRESA – Lavorare anche in prospettiva è una delle priorità del River Plate, campione d’Argentina per la trentasettesima volta. Tra Alvarez e Carrascal, Gallardo sta facendo crescere un ragazzo molto promettente: si chiama Santiago Simon, ha diciannove anni, è una mezzala destra. Sedici presenze e 1.183 minuti in Primera Division. Studia De Bruyne, il suo idolo: copre, cerca il corridoio giusto, inventa, si sacrifica, accelera e imposta la manovra. E’ nato il 13 giugno del 2002 a Tortuguitas, in provincia di Buenos Aires. Colpisce per maturità e dedizione.

IL CT SCALONI – Ha esordito in campionato il 23 agosto del 2021: titolare per 74’ in occasione della sfida a La Plata con il Gimnasia y Esgrima, pareggiata 1-1. E’ entrato nel vivaio dei Millonarios quando aveva undici anni. E’ alto un metro e 81, pesa 76 chili. Il ct Lionel Scaloni lo ha convocato per uno stage della nazionale argentina. Santiago Simon ha postato sui social la foto che lo ritrae, nel centro federale di Ezeiza, accanto a Leo Messi.  “Che spettacolo potersi allenare con questi fenomeni», ha raccontato ai giornalisti. Ha un contratto fino al 2022, ma il River sta già preparando le carte per il rinnovo.

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