Samp, tensione altissima: un bossolo in una busta per Ferrero e l’ex n. 1 Garrone

La Digos genovese indaga su chi ha inviato l’involucro alla sede blucerchiata di Corte Lambruschini

Una busta contente un bossolo, con una lettera di “avvertimento” indirizzata a Massimo Ferrero e ad Edoardo Garrone è stata recapitata stamane presso la sede della Sampdoria di Corte Lambruschini. Ne dà notizia il Secolo XIX. La tensione intorno alla società blucerchiata è dunque altissima: la Digos genovese ha già avviato le indagini per provare a tracciare la missiva e dare un nome agli autori del folle gesto.

Una situazione sempre più preoccupante, quella intorno al club genovese. Alcuni volantini contro Garrone sono stati poi attaccati sulle vetrate di un ufficio della Fondazione di famiglia situato in pieno centro cittadino. Una crisi senza fine, non solo per i risultati della squadra, che a Bergamo ha subìto sabato sera la sconfitta numero quindici dopo venti partite in questo campionato, ma per il preoccupante scenario intorno al club.

Gesto scellerato

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La situazione, insomma, rischia di andare fuori controllo. A Ferrero, che non è disposto a uscire di scena a zero, la gente imputa la responsabilità di quanto sta accadendo. E al suo predecessore, invece, la scelta fatta nel 2014 quando il club passò dalla famiglia Garrone a Ferrero medesimo, anche se per i primi anni di gestione nessuno gli mosse addebiti, alla luce del buon rendimento della squadra. In tempi recenti, proprio Edoardo Garrone (presidente del Gruppo Erg) si era schierato al fianco del fondo Merlyn, pronto a subentrare, ma stoppato da Ferrero. D’altra parte, la volontà (non dichiarata ufficialmente, ma comunque del tutto legittima) di Garrone medesimo è quella di non sottostare ai voleri di Ferrero. L’ “avvertimento di stamane vuole essere un messaggio affinché la proprietà attuale si faccia da parte e l’ex presidente, se necessario, intervenga in prima persona per evitare il rischio-default. Un’eventualità, questa, non percorribile in questi termini. E visto che da tempo ormai in città si sta soffiando il fuoco, oggi si è arrivati a questo punto di non ritorno, mentre l’esposizione debitoria del club oscilla ormai intorno ai 150 milioni.

Ricapitalizzazione a rischio

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Giovedì è in programma la sesta adunata degli azionisti (nelle prime cinque Ferrero non si presentato), con la proprietà chiamata a una pesante ricapitalizzazione (30-35 milioni) per poter garantire la vita del club sino a fine stagione. Con la scadenza improrogabile degli stipendi dei tesserati (una decina di milioni relativi al quarto trimestre 2022) da versare entro il 16 febbraio per non incorrere in penalizzazioni. Sinora Ferrero non ha trovato i soldi necessari, rifiutando pure l’ingresso di nuovi soci, così come l’ipotesi di un azzeramento del capitale sociale in vista di una successiva ricapitalizzazione. In parallelo, il CdA sta completando – indipendentemente dall’esito del 2 febbraio – l’inoltro della documentazione a corredo della domanda di ammissione alla procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa. La procedura è fondamentalmente prevista per aiutare le imprese in temporaneo stato di crisi economico-finanziaria, in grado di risollevarsi anche attraverso le azioni che saranno intraprese durante la procedura stessa La composizione negoziata della crisi di impresa può svolgersi ed esaurirsi su binari del tutto stragiudiziali. Il più delle volte invece capita che l’impresa, una volta ammessa alla procedura, invochi le misure protettive e cautelari previste dalla procedura stessa. In questo caso il Tribunale potrà emettere specifici provvedimenti a tutela del patrimonio dell’impresa (esempio tipico è il divieto di inizio o prosecuzione di azioni esecutive da parte dei creditori).

FEDERCALCIO IN ATTESA

 

Ed è in quest’ultimo caso che probabilmente la Figc – trattandosi di procedura nuova e mai esperita in precedenza da società di calcio – sarà probabilmente chiamata ad esprimersi sulla compatibilità della procedura stessa con le norme interne Noif. I precedenti regolamentari relativi ad altre procedure tipiche della crisi di impresa fanno tuttavia ben sperare.

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