Roma, l’importanza del falso nueve

Anche la Salernitana (19) e il Bologna (20), rispettivamente al dodicesimo e all’undicesimo posto della classifica di serie A, hanno segnato più della Roma settima (18). L’attacco giallorosso è il decimo del campionato. Quindi non da vertice e, guardando verso il traguardo, da zona Champions. Il dato certifica il mal di gol che è ormai il problema più evidente del gruppo di Mourinho. Che lavorerà in queste settimane per risolverlo.

In Giappone sta insistendo su Abraham: José, pur non risparmiandogli critiche taglienti pure in pubblico, non ha intenzione di scaricarlo. Ma dal 4 gennaio non gli regalerà più la sua fiducia (e la maglia da titolare) a priori. Il posto è, dunque, vacante. E da assegnare di partita in partita. Del resto Belotti, considerato il vice di Tammy, ha fin qui deluso e Shomurodov, terzo centravanti della rosa, potrebbe partire nella sessione invernale di mercato, non avendo convinto Mou né in questa né nella scorsa stagione. Così sembra essere diventata necessaria, se non obbligatoria, la virata tattica. Cioè con la modifica in attacco che potrebbe prevedere il falso nueve. Non una novità per lo Special One che, a San Siro contro l’Inter (1 ottobre), schierò Pellegrini da centravanti mascherato, con alle spalle Dybala e Zaniolo. Formula promossa: i tre giocatori offensivi non hanno dato punti di riferimento scambiandosi le posizioni. La Roma quel pomeriggio ha conquistato i tre punti (1-2: rimane per ora l’unico scontro diretto vinto), Paulino ha fatto centro e la squadra convinto. Bisogna, però, anche ricordare che i giallorossi hanno realizzato la seconda rete quando dalla panchina è entrato Abraham (staffetta con Dybala), a conferma che la soluzione non esclude a prescindere la presenza di Tammy.

Il falso nueve è, insomma, l’exit strategy per curare la sterilità della Roma. Percorso agevolato dal recupero di Dybala, ritenuto da Mou l’ideale pure per quel ruolo, e di Wijnaldum, bravo a inserirsi da dietro. In più, oltre a Pellegrini e Zaniolo, sono diversi gli interpreti capaci di muoversi dietro Paulino. Di sicuro El Shaarawy e Volpato. E magari il nuovo acquisto Solbakken che, pur abituato a giocare sulla fascia, si dovrà comunque adattare al 3-4-2-1 giallorosso. Adesso c’è solo da scoprire se – e quando – Mourinho accenderà la giostra su cui far salire e scendere i calciatori più offensivi della Roma. Basta pensare a Dybala che comunque si abbasserebbe spesso a centrocampo – o si sposterebbe a destra – per participare comunque al palleggio, lasciando così spazio a un compagno lì davanti. E in questo modo il coinvolgimento della rosa sarebbe totale.

Roma, allenamento a Yokohama

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Roma, allenamento a Yokohama

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