Roma, il bilancio migliora: più ricavi tra sold out e Europa League

Il bilancio 2023 della Roma registra progressi sul fronte del risanamento finanziario: una strada che il club dovrà ancora seguire, anche per rispettare il Settlement Agreement sottoscritto con l’Uefa. Intanto, però, la perdita economica si è fermata l’anno scorso a 102 milioni, rispetto ai 219 di “rosso” del 2021/22. Ciò si deve, soprattutto, a ricavi d’esercizio aumentati di 70,3 milioni rispetto all’anno precedente. Tra questi, il box office ha battuto un record generando 63,6 milioni (+23,7) grazie all’Olimpico spesso sold out e agli incassi casalinghi delle sfide di Europa League. Anche i premi Uefa segnano un incremento di 12 milioni rispetto all’anno della Conference: da 6,2 a 18. Sono arrivati ricavi significativi dalle plusvalenze ottenute cedendo Zaniolo, Ünder, Veretout e Pau Lopez ma anche i giovani Tahirovic e Volpato (entro il 30 giugno scorso) mentre mancano ovviamente le voci non ricorrenti come gli indennizzi assicurativi (25 milioni) ricevuti l’anno precedente per gli infortuni di Abraham e Kumbulla. Crescono (+10 milioni) anche i ricavi di natura commerciale da sponsor, merchandising e royalties. 

Roma sulla strada del risanamento 

Il miglioramento nei conti riguarda pure i costi, tagliati l’anno scorso di 54 milioni e scesi quindi a 349 milioni complessivi. In particolare, il progresso più significativo si vede nei costi del personale (-10 milioni) e negli ammortamenti (-22) dei cartellini iscritti nel bilancio tra le immobilizzazioni immateriali. Con il pur apprezzabile miglioramento del conto economico, la Roma non è ovviamente a regime nel rispetto degli obiettivi previsti dal Fair Play Finanziario ma sembra avere finalmente imboccato una strada di risanamento che dovrà certamente proseguireSul fronte finanziario, il patrimonio netto resta ovviamente negativo perché la Roma (come altre società) si è avvalsa della facoltà offerta dai decreti emergenziali del biennio Covid e potrà dunque ripianare le perdite in un orizzonte di cinque anni.  

Indebitamento

A tale proposito, tuttavia, si registra una diversa composizione dell’indebitamento. Nel 2022 questo era fortemente sbilanciato verso finanziatori terzi. Il prestito obbligazionario ammontava, infatti, a 257 milioni da aggiungere a piccoli finanziamenti bancari e verso il Credito Sportivo, per un totale di circa 270 milioni, mentre il debito verso l’azionista ammontava a 85 milioni. Nel corso del 2022/23 la Roma ha però rimborsato il bond da 257 milioni ed emesso nuove obbligazioni per 175, riducendo così l’esposizione verso terzi. Dei 257 milioni, inoltre, 92 sono stati apportati dai Friedkin che hanno erogato – in aggiunta – ulteriori finanziamenti soci, portando a 318 la posizione creditoria verso la Roma, contro circa 180 verso terzi. Avendo già deliberato la conversione del finanziamento soci in capitale sociale, la Roma potrà ricostituire il patrimonio netto eroso dalle perdite degli ultimi anni. Una sistemazione finanziaria assai opportuna, ancorché onerosa per l’azionista di controllo che porta così a oltre 800 milioni l’intervento nel club a soli tre anni dall’acquisizione. 

Futuro

Con questo bilancio, la Roma segna un passaggio importante (ancorché certamente parziale) sia sul fronte economico che della sistemazione finanziaria della società. Per il futuro occorre tenere presente che un livello di 220 milioni di ricavi operativi (soprattutto quelli di natura commerciale) resta alquanto limitato per competere con concorrenti che (anche in Italia) si attestano ormai sui 400 milioni mentre i costi della rosa si mantengono piuttosto alti, superiori ad esempio a Milan, Napoli e Lazio richiedendo dunque un monte ingaggi superiori. La Roma sta mantenendo alta la sua competitività ricorrendo a formule di acquisizione in prestito di calciatori di nome, ma questa politica può penalizzare la costruzione di valore e potrebbe limitare fortemente il potenziale di ricavi futuri da trading.

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