Roma, da Massara a Michell, chi può essere il nuovo ds

ROMA – Ritorno o algoritmo? Il dubbio americano, tipico delle notti di Halloween, risuona nella testa dei Friedkin come il famoso slogan infantile, dolcetto o scherzetto. Seguendo la logica delle loro abitudini, il prossimo direttore sportivo arriverebbe da un altro mondo e da un’altra cultura dopo essere stato selezionato dall’intelligenza artificiale, in base ai parametri che condussero tre anni fa all’ingaggio dello sconosciuto Tiago Pinto. Per questo i nomi filtrati nelle ultime settimane sono tutti credibili, a cominciare dall’inglese Paul Mitchell, che espone nel curriculum un’ampia esperienza da capo scout, la figura che la Roma ha trascurato per precisa linea aziendale durante la gestione Mourinho. Mitchell ha raccolto molti consensi prima in patria, con il Southampton, e poi agli ordini della Red Bull, spostandosi dal Lipsia a New York fino al Brasile. In questo momento è libero, quindi potrebbe firmare subito. Così come il concorrente più accreditato, il tedesco Christopher Vivell, pure stimato dall’area Red Bull: la letteratura sportiva racconta che abbia scoperto Haaland al Salisburgo, prima di passare al solito Lipsia. Lui e Mitchell sono comunque due manager giovani, dinamici, dal respiro internazionale. Rispondono ai requisiti dei Friedkin. Al pari di Edwards e Ribalta, altri nomi finiti nei computer della Roma.

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