Roma con la “dybalite”, ma adesso servono soprattutto i fatti

È l’arte dell’attesa. A Roma ci sanno fare. Non dico a livello di maestri zen, ma quasi. In quanto a sentimentalità non si batte il tifoso giallorosso, il più estremo del pianeta e il più vicino all’amore stilnovista. Dei languori, dei sospiri e delle margherite eternamente sfogliate. Dell’appuntamento puntualmente mancato. L’appuntamento con la gioia, in attesa della Joya. Il callo gigantesco del domani che (forse) accadrà, in assenza dell’oggi che stenta ad accadere. In mancanza di storie eclatanti, alimentare il desiderio, cioè il vuoto. Scartare un pacco dono che non arriverà mai a destinazione.

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