Rivincita Morata: “Ho ancora voglia di Juve, un colloquio col mister ha cambiato tutto”

Lo spagnolo dopo la prima doppietta stagionale: “Il futuro non dipende da me. Forse prima non mi sentivo così importante, ma quando il tuo capo ti offre parole di stima quelle si trasformano in forza”. E Allegri di rimando: “Impiegato così, Alvaro è tra i migliori d’Europa”

I tre gol in due partite, Spezia e Samp, sono il modo in cui Alvaro Morata prova a portare la sua parte di certezze per il ritorno degli ottavi di Champions mercoledì col Villarreal. Perché di obiettivo scudetto lo spagnolo non ha più voglia di parlare, ma quando pensa alla coppa… “Qui siamo alla Juve, è stato un anno particolare soprattutto all’inizio. Bisogna lavorare e pensare soprattutto alla Champions, che è molto bella e nessuno può sapere cosa succede lì, e poi rimettere la testa sul campionato”. Anche se sul suo futuro in bianconero deve allargare le braccia: “Mah, non lo so, purtroppo non dipende da me. La mia voglia di Juve è cresciuta? Non è mai andata via. Se non sarò qua l’anno prossimo sarò il primo tifoso della Juve – ha detto a Dazn a Marassi -. Quello che posso fare io è lavorare da qui a fine stagione, cercare di vincere campionati che è quel che rimane nelle foto da far vedere ai bambini”.

IL CONTRAPPASSO

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Prima dello Spezia aveva detto: “Il gol sinceramente non mi interessa. Siamo qua per fare il massimo dei punti, l’importante è ottenere buoni risultati”. Lo score di due tiri e due gol con cui Morata ha salutato Marassi è il gioioso contrappasso a una stagione vissuta a lungo sul cliché del centravanti che si sbatte per la squadra ma non segna. Poi alla prima partita in cui il centravanti nuovo si decide di farlo partire dalla panchina, ecco la doppietta che ad Alvaro mancava dall’ultima giornata dello scorso campionato, 23 maggio 2021, quel successo a Bologna che significò qualificazione last minute alla Champions League. Obiettivo per cui oggi, classifica alla mano, sono 9 i punti di vantaggio sull’Atalanta quinta, che pure naturalmente ha due partite in meno.

RE MIDA

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La prima doppietta stagionale ha il sapore dolce della gratificazione, più che della gloria personale. Sul rigore il massimo del merito è averlo calciato bene, spiazzando Falcone (citofonare Candreva contro Szczesny…), ma il penalty se lo era conquistato un Moise Kean in giornata indubbiamente efficace. Sull’incornata che alle soglie del 90’ ha chiuso la partita sul 3-1 lo spagnolo ha chiamato palla sul secondo palo, sfuggendo a Bereszynski e calamitando sulla testa il cross dalla destra di Locatelli, da centravanti vero. Per Morata una serata da Re Mida della realizzazione, che trasforma in rete qualunque pallone tocchi, simboleggiata ancora meglio dall’episodio in cui il blucerchiato Sabiri, per attrazione gravitazionale, ha mirato il numero 9 sulla schiena di Alvaro per ricavarne la deviazione decisiva che ha dato alla Samp il gol della bandiera.

LA SVOLTA CON MAX

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Morata gira il discorso altrove: “Bisogna lavorare, è un gioco di squadra e non bisogna guardarsi l’ombelico: bisogna dare tutto al servizio dei compagni. Sono molto contento perché abbiamo ritrovato la compattezza, lo spirito di sacrificio e di lotta. Abbiamo tanta gente fuori ancora, stiamo lavorando bene, aspettiamo con ansia chi è fuori ma dobbiamo essere positivi, perché nei nostri allenamenti e nella quotidianità si respira un’area diversa da inizio stagione”. Per lui personalmente da un momento particolare: “La verità è che da quando abbiamo ricominciato la stagione ho avuto una conversazione con il mister. Forse prima non mi sentivo così importante come adesso. Nel calcio come in qualsiasi lavoro quando arriva il tuo capo e ti dà fiducia, ti fa capire quello che pensa di te, è importante perché quando senti parole di stima si trasforma in forza e voglia di lavorare”.

DICE ALLEGRI

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Tradotto su un campo da calcio, non sfugge la corrispondenza di amorosi sensi con Massimiliano Allegri, che anche dopo la Samp ha commentato: “Morata migliorato? Non meglio di come era prima, Alvaro è di un livello tecnico tra i primi in Europa. Poi se gioca spalle alla porta fa più fatica, se gioca un po’ defilato, che prende questa palla incontro in diagonale, con un po’ più di spazi, diventa più bravo e mette in campo le sue caratteristiche, le sue qualità che sono tante”. Un invito a nozze per Alvaro: “Tutto quello che c’è da fare in attacco, non posso chiedere altro. La Juve è tra le migliori squadre al mondo, io sono orgoglioso di essere qua, non è un modo di dire: bisogna sacrificarsi, lavorare e vincere. Quando si tratta di giocare mi va bene tutto”. Anche alla gente della Juve, se i risultati sono questi.

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