Qui Al-Ahli, l'entusiasmo di Kessie e Firmino: «Qui per vincere tutto»

INVIATO A GEDDA – Nel centro sportivo dell’Al-Ahli, un’oasi biancoverde circondata da palme nel quartiere residenziale di Al-Rehab (zona nord-ovest di Gedda dove si trova pure il quartier generale dell’Ittihad), diversi dipendenti del club si occupano di lavare e asciugare le lussuose macchine dei calciatori mentre loro si allenano. È l’ultima trovata degli arabi per coccolare i nuovi campioni. Gli addetti a questo “special service” sono parecchio operosi: corrono avanti e indietro per il parcheggio portando secchi carichi d’acqua e sapone, mentre bambini e ragazzi di ogni età entrano ed escono dalla struttura per partecipare alla scuola calcio, ai corsi di nuoto, alle lezioni di pallavolo o semplicemente per recarsi nei playground e giocare a basket con gli amici a pochi metri dallo stadio nel quale si allenano Firmino e Mahrez. L’Arabia degli sceicchi restituisce un po’ di normalità al rapporto tra atleti e tifosi, anche se il prezzo da pagare per questa spontaneità è una disorganizzazione societaria a più livelli che accomuna diversi team. L’impianto dell’Al-Ahli è all’interno di una cittadella dello sport già completata a differenza di quelle che abbiamo visitato a Riyad, cioè le case di Al-Shabab e Al-Nassr, con spalti che possono ospitare fino a 5 mila persone con inclusa una tribuna vip. Ci sono giusto dei lavori in corso su un campo secondario, tutto il resto è già pronto. Loro, i campioni, entrano e salutano i dipendenti con gesti compiaciuti e sorrisi sinceri. E pensare che alcune star sono qui da poco meno di una settimana.

Kessie e Firmino

Come Kessie, che incontriamo a pochi minuti dall’allenamento programmato dopo le 18.30 visto il caldo asfissiante che non consente grossi sforzi nelle ore in cui il sole picchia duro. L’ivoriano ex Atalanta e Milan, reduce da una stagione in chiaroscuro al Barcellona, si è trasferito da meno di una settimana accettando una proposta di circa 14 milioni a stagione, con altri 12,5 finiti nelle casse dei blaugrana. Per il tecnico tedesco Jaissle, 35enne già famoso alle cronache europee per aver lanciato il modello Salisburgo, Frank è diventato subito insostituibile. L’11 agosto, ad esempio, l’ha mandato in campo nel debutto in Saudi Pro League senza neppure fargli svuotare le valigie. «Sto molto bene qua – il pensiero del centrocampista – mi sono trovato subito a mio agio ed è pieno di campioni che stanno alzando il livello. Gli arabi fanno davvero sul serio e noi abbiamo una squadra fortissima». L’ha capito subito, già nelle prime due gare contro l’Al-Hazem e l’Al-Khaleej, vinte entrambe 3-1, con l’esordio in campionato risolto da una tripletta stratosferica di Firmino, che con una disarmante educazione si avvicina e si presenta. «Piacere, Roberto». Come se non fosse uno degli attaccanti più importanti del mondo. «L’affetto della gente qui è incredibile, da brividi!» sostiene il brasiliano, uno che a proposito di calore e sostegno dei fan se ne intende, provenendo direttamente dal fuoco della Kop di Liverpool. «Per me è tutto nuovo, in squadra ci sono tante culture diverse, ma siamo tutti qui per vincere dei trofei».

Investimenti

L’Al-Ahli ha speso 121,5 milioni di cartellini (più altri 105 di ingaggi per questa stagione) per rinforzare con 6 stranieri una rosa neopromossa in Saudi Pro League, eppure inclusa dal governo tra le “big 4″ del calcio arabo giusto per alimentare un derby cittadino con l’Al-Ittihad sul modello spagnolo (Real-Atletico, Betis-Siviglia) e italiano (Inter-Milan, Lazio-Roma). La passione popolare è enorme, e allora tanto vale alimentarla con sfide capaci di entusiasmare le due principali città del Paese. Nell’Al-Ahli gioca anche l’ex giallorosso Ibañez, autore del gol che ha aperto la sfida contro l’Al-Kaleej di giovedì sera, che prima di scendere in campo per l’allenamento chiede di portare un saluto ai suoi amici romani e romanisti. Evidentemente non li ha ancora dimenticati. 


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