Quando Vialli ricominciò a volare con la Juventus

TORINO – Seduto in panchina all’Estadio dos Barreiros di Funchal, guardando il nono gol in undici presenze di quel Ravanelli per il quale c’era chi iniziava a invocare un posto da centravanti, il suo posto, la sera di martedì 19 ottobre 1994 Gianluca Vialli avrebbe potuto deprimersi. Dalla trasformazione in centrocampista tentata da Trapattoni al piede fratturato mentre calciava (e sbagliava) un rigore in un Roma-Juventus, i suoi primi due anni bianconeri erano stati un incubo che si era ingoiato la convocazione per il Mondiale 1994 e che non accennava a finire. In quel primo scorcio di nuova stagione, la prima di Lippi sulla panchina della Juventus, Vialli di gol ne aveva fatto solo uno, al Bari alla 2ª giornata. Tre giorni prima della trasferta di Coppa Uefa in Portogallo aveva giocato la settima partita di fila senza segnare, a Foggia, dove i bianconeri avevano perso 2-0.

Vialli, il ricordo e il saluto di tutto il mondo del calcio

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Il ritorno alle origini

Avrebbe potuto deprimersi, Gianluca Vialli, se non fosse stato Gianluca Vialli. «Può darsi che abbia ragione chi mi contesta, che sia mastodontico, pesante, finito. Secondo me no. Non sono depresso, mi sono tirato fuori da ben di peggio», tuona tra la partita di Funchal e la trasferta di Cremona, la città dove è nato e dove è calcisticamente esploso in maglia grigiorossa, più di dieci anni prima. Non nega le difficoltà, «vedo la porta piccola e gli avversari grandi», ma assicura che «presto le cose cambieranno». Non troppo presto, si augura preoccupato il tecnico della Cremonese, Gigi Simoni: «Spero che non ritrovi il gol proprio contro di noi…».

Vialli, la Juve e quella Champions…addio capitano

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