Presidenza di Lega: spunta il problema dell’incandidabilità

Oggi terzo turno elettorale: ora bastano 11 voti su 20. Ma per Casini, capo di gabinetto del ministero della Cultura, c’è lo scoglio di una norma di legge

La corsa alla presidenza della Lega di Serie A si fa sempre più complicata. Oggi dovrebbe essere il giorno della verità, i club si riuniscono e l’asticella della maggioranza si abbassa: basteranno 11 voti su 20 per arrivare al successore di Paolo Dal Pino. Ma c’è la fondata possibilità che non si arrivi alla fumata bianca e forse neanche al voto.

La novità delle ultimissime ore riguarda due norme che sbarrerebbero la strada di uno o forse due dei tre candidati rimasti in lizza dopo la rinuncia del presidente della Confindustria, Carlo Bonomi. Si tratta soprattutto di Lorenzo Casini, capo di gabinetto del ministero della Cultura, il nome su cui si sarebbero spesi fra gli altri il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, e forse anche quello della Lazio, Claudio Lotito, che altre ricostruzioni vedono invece fra i sostenitori dell’altro candidato, Mauro Masi, anche lui con una posizione da verificare come presidente della Consap (la Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici). Ci sono due riferimenti legislativi almeno apparentemente invalicabili, con cui fare i conti.

Incandidabile?

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In pratica, secondo il decreto legislativo 165/2001 i dipendenti che negli ultimi tre anni hanno esercitato “poteri autoritativi e negoziali” per le pubbliche amministrazioni (come il Mibact), “non possono svolgere attività lavorativa o professionale presso i soggetti destinatari dell’attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri”. Il decreto legislativo 39/2013 aggiunge che “sono considerati dipendenti anche i soggetti titolari di uno degli incarichi con un rapporto di lavoro, subordinato o autonomo”.

Casini ha avuto a che fare con il calcio in occasione dell’inserimento della ristrutturazione dello stadio Franchi di Firenze nel Pnrr con un finanziamento di 95 milioni di euro ed è stato interlocutore della Fiorentina per l’ottenimento dei permessi necessari per il nuovo centro sportivo di Bagno a Ripoli. Circostanze che consigliano quantomeno un approfondimento presso l’Anac (l’Autorità Anti corruzione) sulla candidabilità di Casini. Il fatto è che per arrivare a questo parere ci sarebbe bisogno di un tempo tecnico minimo e il tempo stringe. Altrimenti ci sarebbe il rischio di un’elezione sub judice.

prendere tempo

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Dubbi di candidabilità a parte, per la verità non sono del tutto chiari i rapporti di forza. Soprattutto alcune proprietà straniere (Fiorentina a parte) avrebbero delle perplessità su Casini, ma anche i grandi club non sarebbero convinti. Si potrebbe dunque continuare a cercare un altro nome o puntare sugli altri candidati, soprattutto sull’economista Lorenzo Bini Smaghi e sullo stesso Masi. Per tutto questo potrebbe prevalere l’ipotesi di prendere ancora tempo. La scadenza per l’elezione è fissata al 24 marzo, quando termineranno i famosi 45 giorni previsti dallo statuto. Soltanto se non si riuscisse a rispettare questo limite, la Federcalcio potrebbe commissariare la Lega. Ma è uno scenario ancora lontano.

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