Per il dopo D’Aversa la Samp richiama l’ex Giampaolo, ma va ancora convinto

Sembrava tutto fatto, poi nella serata di domenica lo stop sull’ingaggio: oggi il club proverà a ricucire

E alla fine la Sampdoria si ritrovò con il cerino acceso in mano. Cronaca di una giornata surreale, conclusa a sorpresa con un allenatore – Roberto D’Aversa – di fatto sfiduciato e il sostituto – l’ex allenatore blucerchiato Marco Giampaolo – protagonista poco prima delle dieci di ieri sera di un inatteso, quanto clamoroso dietrofront che ha riportato tutti alla situazione di partenza. La causa? Un accordo mancato sugli emolumenti per il nuovo tecnico, che aveva di fatto trovato un’intesa qualche ora prima sulla base di due anni e mezzo di contratto, dunque sino al 30 giugno 2024. Il problema, però, era evidentemente sulle cifre. Perché, da quel che è trapelato, se sino a fine campionato Giampaolo – sotto contratto con il Torino sino al 30 giugno prossimo – avrebbe continuato a percepire lo stesso stipendio – versato, però, dalla vecchia e dalla nuova società -, a partire dalla stagione 2022-23 l’ingaggio sarebbe stato ridiscusso. E qui s’è creato l’intoppo, che per ora bisogna superare. Un colossale pasticcio che crea ora una situazione di inattesa precarietà per il club di Corte Lambruschini. Perché, questo appare evidente, a questo punto difficilmente potrà insistere ancora su D’Aversa, di fatto già finito sul ciglio del burrone un paio di volte in questa stagione, ma poi sempre rimasto in sella. Stavolta no, è tutto diverso. Perché la sfiducia è apparsa chiara agli occhi di tutti ed ora ricucire il rapporto sembra molto difficile. A meno che, appunto, Giampaolo non torni sui suoi passi a accetti per gli anni a venire evidentemente un lieve ridimensionamento delle cifre dell’ingaggio, ma pur sempre un contratto importante.

Una giornata infinita

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Rimandato, dunque, il ribaltone blucerchiato. L’idea della società, e del direttore delle aree tecniche Carlo Osti in primo luogo, era stata quella (dopo avere analizzato la situazione con il presidente lamma, il diesse Faggiano e l’avvocato Romei) di riaffidare la panchina proprio a Marco Giampaolo, che già aveva guidata la squadra dal 2016 al 2019, quando poi le parti avevano deciso di salutarsi. Di fatto, insomma, all’orizzonte si intravedeva l’esonero per Roberto D’Aversa, che avrebbe così pagato (ma non solo) le ultime tre sconfitte di fila di Gabbiadini e compagni, contro Cagliari, Napoli e, sabato scorso al Ferraris, Torino. Soprattutto la prima e la terza, e in particolare il modo in cui esse sono maturate, avevano convinto il presidente Lanna e l’intera dirigenza, a cominciare da Osti, a pensare di cambiare. Un’idea nata nella notte di sabato e poi sviluppata nella giornata di ieri.

L’accordo

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Giampaolo era (e, al momento, è ancora) vincolato sino al 30 giugno prossimo da un contratto con il Torino, dopo l’esonero avvenuto con il club granata nel gennaio scorso. I contatti fra le due società avevano permesso di trovare un accordo fra le parti in tempi rapidi, per dividersi l’ingaggio di D’Aversa sino a giugno. Rimaneva, a quel punto, da approfondire il discorso fra la società blucerchiata e lo stesso Giampaolo. E le ore successive, vissute fra dubbi e ripensamenti, sembravano aver portato alla fumata bianca, grazie a un teorico accordo fra il club di Corte Lambruschini e l’allenatore stesso, sulla base di altri due anni di contratto (sino al 30 giugno 2024), vincolati però alla permanenza in Serie A della Sampdoria. Serviva mettere nero su bianco, ma qualcosa all’ultimo momento non ha funzionato. Troppo ampia la distanza fra le parti, e Giampaolo ha fatto così dietrofront. Non è escluso oggi che si tenti un riavvicinamento fra le parti. Basterà per uscire da questa inattesa impasse?

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