Pazza Inter, pazzo Inzaghi: così sull’orlo dell’esonero è tornato re di coppe

Sull’allenatore nerazzurro pende ancora la scure delle 11 sconfitte in campionato, ma tra Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Champions League si è rivelato quasi infallibile. Senza il quarto posto, però, sarebbero dolori…

Nella stagione forse più tormentata della sua carriera da tecnico, con 11 sconfitte già collezionate in campionato, le voci di esonero che si sono a lungo inseguite e l’insoddisfazione palpabile dei dirigenti in alcuni faccia a faccia alla Pinetina, Simone Inzaghi ha centrato anche la finale di Coppa Italia. Una settimana dopo aver raggiunto la semifinale di Champions League, dove tra due settimane sfiderà nell’euro-derby d’andata il Milan. Simone è… il mago di Coppa visto che nel 2021-22 ha alzato al cielo la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia, mentre in questo 2022-23 ha già messo in bacheca la Supercoppa Italiana nella stracittadina di Riad contro il Diavolo e adesso spera di concedere il bis anche in Coppa Italia, nell’ultimo atto del 24 maggio all’Olimpico dove avrà di fronte probabilmente la Fiorentina, che stasera al Franchi parte dal successo per 2-0 allo Zini contro la Cremonese. Il tutto al netto del grande sogno Champions che a maggio continua a essere vivo, come non succedeva da 13 anni.

Che differenza

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È difficile spiegare questo rendimento completamente opposto che l’Inter ha avuto finora in campionato e nelle coppe. In Serie A Lautaro e compagni hanno perso 11 incontri su 31 ovvero il 35%, mentre nelle 15 sfide tra Champions, Coppa Italia e Supercoppa Italiana sono stati battuti solo 2 volte (entrambe dal Bayern) ovvero nel 13% delle occasioni. Guardando da una parte i ko contro Udinese, Empoli, Bologna, Spezia, Fiorentina e Monza e dall’altra le imprese europee con Barcellona, Porto, Benfica, non sembra di avere di fronte la stessa squadra. Il perché non lo sanno neppure i dirigenti e non a caso ieri sera, nel pre partita, l’a.d. Marotta a Mediaset ha sottolineato “che l’alternanza di risultati in Serie A è negativa, ma valutiamo positivamente la stagione”. L’ago della bilancia, dopo l’eliminazione nella semifinale della Coppa Italia della Juventus (impresa mai riuscita in 5 precedenti nella storia nerazzurra), si sarà spostato un altro po’ dal lato del “+”, ma il verdetto definitivo lo darà questo incredibile mese di maggio nel quale l’Inter si tufferà dopo “lo spareggio” di domenica contro la Lazio. Con la speranza, per ora pronunciata a bassa voce, di doversi allenare fino al 10 giugno, il giorno della finale di Champions.

Tutto in palio

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La società reputa fondamentale arrivare tra le prime quattro in A, “impresa” di nuovo possibile dopo i risultati dell’ultimo turno e a dispetto di un calendario complicato. Senza i soldi che la Champions garantisce, nel 2023-24 i conti del club di Zhang sarebbero in sofferenza e vendere almeno un pezzo pregiato (oltre ad abbassare sensibilmente gli stipendi) sarebbe inevitabile. L’Inter comunque è in corsa per il quarto posto e lo sarà ancora di più se (quando?) la Juventus verrà di nuovo penalizzata in classifica dalla giustizia sportiva o estromessa dalla Uefa dalle prossime coppe europee. Inzaghi sa che questo traguardo non può e non deve essere fallito perché rischia di determinare il suo futuro sulla panchina dell’Inter, ma al tempo stesso per lui pesa tantissimo ciò che il gruppo ha fatto finora nelle coppe. È nelle notti da “dentro o fuori” che i suoi uomini non hanno sbagliato un approccio, che sono stati in grado di superare qualunque avversario. Vedendoli in sfide come quella contro la Signora di ieri, un match nel quale Onana ha rischiato il minimo sindacale, viene da chiedersi come mai i nerazzurri abbiano “solo” 54 punti in Serie A e siano fuori dalla corsa scudetto praticamente da gennaio. Se facendo questa valutazione i detrattori dell’allenatore piacentino punteranno il dito contro la sua gestione, soprattutto contro i troppi alti e bassi di rendimento, è però impossibile non valutare in maniera globale questo 2022-23 che può finire in gloria con la vittoria della Coppa Italia e la qualificazione alla prossima Champions. Attraverso uno dei primi quattro posti in campionato oppure… attraverso la conquista della Champions stessa, nell’ultimo atto del 10 giugno a Istanbul. È il sogno più bello, quello che gli interisti tengono riposto nel cassetto e che nessuno, neppure alla Pinetina, osa tirar fuori. Anzi, qualcuno lo ha fatto: è stato proprio Inzaghi, in tempi non sospetti, ovvero alla vigilia del confronto d’andata degli ottavi contro il Porto. Lui credeva (e ora ci crede ancora di più…) nella possibilità di alzare la coppa dalle Grandi Orecchie. A dispetto delle critiche taglienti per il rendimento deficitario in Serie A.

Quale futura

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Adesso tutti si chiedono che Inter andrà in scena nelle prossime due sfide, quella di domenica con la Lazio e quella di mercoledì in Europa con il Milan. Avere davanti due grandi avversarie fa pensare positivo il popolo nerazzurro perché questa squadra dai due volte, un po’ Dottor Jekyll e un po’ Mister Hyde, da novembre in poi contro le grandi non ha mai tremato e ha sempre trovato le motivazioni per offrire discrete prestazioni. È vero, si è inchinata al ritorno in A con la Signora, ma per il resto ha battuto il Napoli, l’Atalanta, due volte il Milan, una la Juve e ora aspetta le due romane per la rivincita. Inzaghi ha fiducia: crede che la svolta ci sia stata eliminando il Benfica e da qui alla fine vuole vedere sempre l’Inter delle ultime tre gare. Per chiudere il 2022-23 in gloria e per “obbligare” la dirigenza a confermarlo fino al 30 giugno 2024. Lui che più volte è sembrato a un passo dall’esonero. Sarebbe il finale più “pazzo”. Degno della Pazza Inter.

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