Ci sarà un giorno (forse) in cui bisognerà scostarsi, perché cadranno notizie a ritmo continuo: e in quel momento, quando queste piccole o grandi idee avranno una loro forma, l’unico nemico diventerà il tempo. Ma adesso, mentre intorno c’è un refolo d’aria, e almeno non si deve combattere con l’afa, nel vuoto che circonda il Napoli, c’è da stendere un piano che De Laurentiis e Giuntoli, nella hall dell’albergo, disegnano tra ipotesi di cessioni e possibilità di futura disponibilità altrui a dialogare su teorie accettabili.
Napoli, il problema della Champions svanita
In sintesi, è un summit, al quale in serata si aggiungerà Spalletti. Le priorità sono scolpite nel marmo e cedere è un’esigenza irrinunciabile per chi ha scoperto pure stavolta, come un anno prima, d’avere cinquanta milioni di euro in tasca: ma sono volati via, in quella sciagurata ora e mezza con il Verona, il manifesto di un campionato infarcito da nove sconfitte e troppi pareggi letali (con il Cagliari, con il Torino…). Punti sciupati e fortuna dissipata, nonostante un girone di ritorno – alla fine – incapace di lenire il dolore.
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Napoli, c’è l’idea Hincapie
Per avere doppi in ogni ruolo, Spalletti chiede venti calciatori e tre portieri: quindi, prima si taglia e poi si ricuce, rilanciando – per ciò che sarà possibile – la moneta corrente che arriverà dagli addii. E per non farsi trovare scoperto, nel caso gli riesca di rimettere a posto i conti, Giuntoli ha anche cercato altro: Piero Hincapie, difensore ecuadoregno, ha appena diciannove anni e qualità che hanno conquistato il diesse. Il Talleres non guarda in faccia nessuno, non ha motivo, e non scende sotto i dieci milioni, ancora troppi per chi insegue prestiti con qualche riscatto da incrociare su cifre abbordabili. Ma nessuno si è ancora fatto avanti, tra gli estimatori di Hincapie, e la speranza, si sa, non ha assolutamente fretta di morire.
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