Napoli-Empoli: per Rudi Garcia c’è il rischio Andreazzoli

NAPOLI – Vede Napoli e poi… In quel cono d’ombra, sembra un tunnel, c’è un fascio di luce e mentre s’avvicina al Maradona, ripensando al passato, Aurelio Andreazzoli può spiegare che niente è impossibile, manco starsene dentro una speranza, fosse pure un’illusione: sette punti in classifica, solo quattro gol segnati e ben ventuno subiti, ma per anestetizzare i demoni che vivono nell’anima dell’Empoli, basta guardarsi alle spalle, dare un’occhiata al vissuto del proprio allenatore e convincersi che a volte le cose succedono. I numeri parlano, magari a bassa voce, però suggerimenti ne inviano, e sembrano segnali, perché Napoli è il toccasana di Andreazzoli, una specie di attracco verso un mondo nuovo, e rivedendo gli highlights o semplicemente gli archivi, l’Empoli si concede un sorriso, forse pure un pizzico di fiducia.

La prima vittoria di Andreazzoli

Dieci anni fa, altro calcio e persino altre vite, Roma-Napoli divenne un pomeriggio particolare per Andreazzoli, al congedo dalla panchina che gli era stata affidata tre mesi prima, da salutare regalandosi una vittoria (2-1) inutile però appagante su un avversario che Mazzarri, anche lui ai titoli di coda, aveva riportato in Champions.

Andreazzoli, il colpo a sorpresa

Quando Empoli-Napoli (stagione 2018-2019) alimentò quasi un miraggio, la tendenza cominciò a prendere corpo: Farias e Di Lorenzo fissarono il 2-1, sembrava una zattera o qualcosa che gli somigliasse, invece fu un successo inutile, non servì per salvarsi, ma rafforzò il concetto sulla rotondità del pallone. Ma si era ancora distanti da una tendenza, che Andreazzoli, braccio destro ed amico di Luciano Spalletti, stava lasciando germogliare intorno ad una sfida che per lui – e pure per il Napoli – ha un valore rilevante: e sarà stata la conoscenza delle strategie del mago di Certaldo o più probabilmente anche il caso (che a modo suo qualcosa aggiunge o toglie), però nell’anno di grazia 2021-2022 l’Empoli va al di là dell’ottimismo più travolgente e costruisce una stagione capolavoro prendendosi sei punti su sei da un’avversaria alla quale toglie la possibilità di conquistare lo scudetto. All’andata, lo 0-1 è di Cutrone, in quelle che in gergo si chiamano partite sporche o anche perfide o magari diaboliche. Ma quella del ritorno è paradossale, scioccante, persino irragionevole e chi più ne ha più ne aggiunga: il Napoli all’80′ sta vincendo al Castellani per 2-0 (Insigne e Mertens), è in controllo, ha residue possibilità di credere in un sogno tricolore che ha bruciato nelle due gare precedenti con Fiorentina e Roma e però piomba nella sua prima, vera crisi ambientale, con quei dieci minuti di follia nei quali Henderson e poi un doppio Pinamonti (che per il 3-2 scippa il pallone a Meret), ridisegnano il pomeriggio. E Andreazzoli tutte queste cose le sa: la memoria sa anche essere una carezza…


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