Mourinho day: “Roma, al lavoro: i titoli arriveranno”. Poi punge l’Inter. E su Conte…

La presentazione del nuovo tecnico giallorosso a Terrazza Caffarelli, nel cuore della città. Di sé dice: “Sono vittima di quello che ho fatto”. La stoccata al club nerazzurro: “C’è chi vince e poi non paga gli stipendi”. E ancora: “Quando parli di Inter non puoi paragonare nessuno a me e a Herrera. Nessuno”

Niente “pirla” stavolta. Nel 2021 José Mourinho comincia volando alto con una citazione sul nulla di Marco Aurelio – prendendo la statua che domina il Campidoglio come ispirazione – e finisce pizzicando senza citarla l’Inter (“c’è chi vince e non paga gli stipendi”) e Conte (“Nella storia dell’Inter mai paragonare nessuno con me o Herrera”). In mezzo la parola chiave è tempo, quello che gli occorre per fare una Roma vincente.

Nella meravigliosa cornice della Terrazza Caffarelli, nel cuore della città, in Campidoglio, a due passi da dove si trova la camera ardente di Raffaella Carrà, Mourinho si è presentato. Prima ha fatto un giro ai Musei Capitolini, facendosi immortalare con la Lupa, e poi ha iniziato il rito della sua epifania davanti a una settantina di di tutto il mondo. “Voglio e devo ringraziare i tifosi per la reazione al mio ingaggio è stata eccezionale. Mi sono sentito subito in debito per questa accoglienza, davvero emozionante. Poi ringrazio il club e la proprietà, ma davvero i tifosi mi hanno colpito molto. Perché sono qui? Me lo chiederete e rispondo ora. Siamo vicini allo statua di Marco Aurelio, nulla viene dal nulla, come nulla ritorna nel nulla. E questo è molto simile a quello che io ho sentito quando ho parlato con i Friedkin. La parola tempo nel calcio non esiste, qui esiste ed è fondamentale. La società non vuole successo oggi e problemi domani, ma creare qualcosa di sostenibile nel futuro. Non sono qui per la città perché non sono in vacanza. Sento la responsabilità del legame con la città ma siamo qui per lavorare, quindi allenamentoalle 4 e ciao a tutti”. Risate (anche quando toglie un telone rumoroso), applausi. Poi iniziano le domande.

Numero nuovo e campionato

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Sui singoli, Dzeko e Pellegrini, e la fascia di capitano, Mou si chiude a riccio: “Sarò antipatico ma non condivido con voi quello che faccio all’interno. Ne parlo prima con i giocatori che con voi”. Su Cristante e Spinazzola: “Siamo felici di avere due giocatori in Nazionale e in finale all’Europeo. Per noi è un orgoglio che possano tornare magari come campioni d’Europa. I miei giocatori sono i miei giocatori. Cristante dimostra il talento che c’è in questa Nazionale, Mancini lo rispetta molto, ogni volta nei momenti di difficoltà lo guarda. Ha una personalità di squadra fantastica e lo aspetto a braccia aperte. Spinazzola ha un’incredibile positività, non lo avremo a lungo, situazione dura per lui e per noi. Abbiamo Calafiori che deve lavorare tanto ma abbiamo fiducia in lui. E però – scusi direttore – abbiamo bisogno di un terzino sinistro”.

Tiago e il mercato

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Sul mercato interviene Tiago Pinto: “Sappiamo quello di cui abbiamo bisogno ma sappiamo che è un mercato particolare. Stiamo lavorando ogni giorno, alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho”. “Io sono l’allenatore della Roma – si schermisce l’allenatore – non voglio essere niente di più. Non voglio la Roma di Mourinho, ma la Roma dei romanisti. Io non sono nessuno, sono uno in più. Niente di più. Lavorerò 24 ore, tranne qualche ora per riposare. Se come conseguenza del nostro lavoro possiamo dare qualcosa di più al calcio italiano bene. Io farò di tutto per difendere i miei giocatori e la mia società, non cercherò problemi. Mi voglio divertire e penso ci possiamo divertire tutti. Non ho tempo per cercare altro, ma se devo difendere i miei farò di tutto. Siamo qui”. Su se stesso aggiunge: “Io sono una vittima di come la gente mi guarda. Al Manchester ho vinto 3 titoli ed è stato un disastro, al Tottenham non mi hanno fatto fare la finale e per me un disastro. Quello che per me è un disastro, per gli altri è un successo. Il nostro obiettivo? Vincere la prima partita ufficiale. Poi penseremo alla seconda. Questa società e questa squadra devono migliorare ogni giorno. C’è tanto lavoro da fare. Cosa rispondo a chi mi definisce arrivato? Scudetto con Chelsea, 3 coppe United, una finale con il Tottenham. Quello che per me è un disastro magari qualcuno non l’ha mai fatto nella vita”.

Il digiuno

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La Roma però non vince dal 2008: “Non possiamo scappare da questo, è la verità. Così come è la verità che abbiamo chiuso 16 punti dietro il quarto e 29 dietro la prima. Vogliamo capire perché. Stiamo parlando di tempo, una parola chiave quando ho incontrato i Friedkin, ma se possiamo accelerare questo processo meglio. Voi parlate sempre di titoli, noi di tempo, progetto e lavoro. Poteva essere una promessa troppo facile, ma la realtà è un’altra roba. I titoli arriveranno, la proprietà vuole arrivare lì e restare lì. È facile vincere e poi magari non avere i soldi per gli stipendi”. “Zaniolo talento fantastico, dobbiamo trovare per lui come per tutti il suo habitat naturale. Vogliamo un’idea di gioco in cui i giocatori possano essere felici con noi. Non vogliamo giocatori che giochino senza piacere, è il modo migliore per avere risultati. Durante la partita devi cambiare vari moduli, oggi è molto più difficile avere un modulo solo. Piano piano andremo in questa direzione”. Sul documentario All or Nothing: “Era tutto vero, ma non diamo idee ai Friedkin”. I titoli di coda sono al veleno, quando gli chiedono sul paragone con Conte . “In questo club si parla Liedholm e Capello e non sono paragonabili a nessuno. Nell’Inter nessuno può essere paragonato a me o a Herrera. Nessuno”. Il graffio è fatto. Mourinho è tornato, perché conclude: “Fra tre anni mi vedo festeggiando”. E la Roma già si frega le mani.

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