Milan-Roma, la stagione fallimentare e le proprietà Usa deluse

INVIATO A MILANO – L’Italia non è la nuova America, almeno per ora. Arrivati al giro di boa (italiano) della stagione, Milan e Roma si ritrovano sportivamente in mezzo a un guado, lontani da traguardi ambiziosi. Quelli che, insieme con un piano di risanamento dei club, fanno parte delle prospettive delle proprietà: Gerry Cardinale da una parte, la famiglia Friedkin dall’altra. I rossoneri, dopo un inizio di stagione incoraggiante, sono scivolati nuovamente in una crisi di identità dopo i cinque schiaffi incassati nel derby, accompagnati da una serie senza fine di infortuni: fuori dalla Champions League (salvagente della stagione scorsa) e dalla Coppa Italia, lontani dalla zona scudetto. Solo la qualificazione alla prossima edizione del torneo europeo più importante sembra al momento sotto controllo. I giallorossi nella loro Europa (l’Europa League) ci sono ancora, ma il fronte italiano ha segnato solo disfatte: subito fuori dal giro scudetto, indietro nella corsa Champions e fuori dalla Coppa Italia, dopo l’ennesima delusione in un derby.

Pioli e Mourinho sotto esame, quanti dubbi

Per questo le due proprietà si interrogano, a cominciare dalla conduzioni tecniche. Stefano Pioli un contratto ce l’ha, fino al 2025, ma tutto concorre a un divorzio a fine stagione. Dopo oltre quattro annate la gestione del tecnico sta mostrando la corda e lo scudetto è un ricordo lontano nel tempo, seppure parliamo appena del 2022. Dopo quel trionfo il Milan non ha saputo trovare una continuità tale da tenerlo fisso in zona scudetto, tra amnesie di gioco e rose che non si sono rivelate all’altezza. L’idea è quella di un taglio per ripartire da zero: Antonio Conte è una suggestione che eccita i tifosi e spaventa i conti della casse, Thiago Motta è un profilo più che apprezzato per quanto ha saputo creare a Bologna. Una certezza è rappresentata dalla compagine societaria, in cui non dovrebbero cambiare i volti e in cui l’ingresso di Zlatan Ibrahimovic nello staff di Cardinale dovrebbe cominciare a dare frutti la prossima stagione. Nella Roma il contratto di José Mourinho scade nel 2024. Il portoghese si aspetta da parecchio tempo una chiamata della società, finora non arrivata. Una incertezza che si trasforma nel nervosismo dello spogliatoio, cui si aggiunge una qualità di gioco mai decollata. Le due consecutive finali europee (quella vinta in Conference e quella persa in Europa League) non funzionano più da alibi e la stessa piazza, fino a poco tempo fa graniticamente favorevole, si divide sulla gestione di Mou. Anche in giallorosso si sta facendo largo l’idea di una svolta ma, rispetto al Milan, c’è un problema immediato in più: il 3 febbraio si congeda il general manager Tiago Pinto e servirà un suo sostituto.

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