Mancini junior: “Vittoria che era nel destino, merito del ferro di cavallo”

Mancini torna a Wembley, si gioca una finale europea e questa volta regala una gioia straordinaria al commissario tecnico.

Il calcio dà, il calcio toglie, il calcio restituisce. Il tempo è sempre galantuomo e, a 29 anni dalla più grande amarezza sportiva della storia del calcio sampdoriano, Mancini torna a Wembley, si gioca una finale europea e questa volta regala una gioia straordinaria al commissario tecnico. Andrea Mancini, figlio dell’allenatore azzurro, aveva buone sensazioni sin dall’inizio del torneo. Però le ha taciute per scaramanzia. E dopo il successo ha espresso la sua gioia ai microfoni di Sky Sport.

DESTINO – Il ragazzo ha la stessa serenità del padre. Questione di DNA: “Siamo contenti per i tanti italiani che hanno passato momenti complicati, è stato molto bello donargli una soddisfazione. Una vittoria epica,  difficile da immaginare all’inizio del torneo. All’inizio del torneo parlai prima della svizzera. Sentivo la possibilità di arrivare sino in fondo e vincere. Anche lui pensava di vincere. Il destino aveva un conto aperto con papà. Credo che la squadra abbia ampiamente meritato di vincere il trofeo. Alla fine del torneo l’ho visto davvero emozionato. Gli ho fatto i complimenti perché li merita davvero. Ha messo il cuore per questa nazionale. E dimostrato che la vita dà sempre una seconda possibilità”.

GRUPPO – Una vittoria figlia legittima del tecnico. Ha creato un gruppo straordinario. “Credo che in competizioni del genere sia impossibile vincere senza il sostegno di un gruppo unito. Se la squadra crea una famiglia, alla lunga si vince. Mio padre ha avuto la forza di creare una alchimia straordinaria. Questa Nazionale resterà nella storia del calcio italiano. Alla fine della partita era molto emozionato.  Tre anni fa aveva detto che voleva vincere Europeo e Mondiale. n questi tre anni di momenti difficili ce ne sono stati pochi, hanno messo insieme 34 risultati utili di fila ed eguagliato la Spagna”.

SCARAMANZIA – Immancabile anche la scaramanzia, elemento imprescindibile di questa nazionale. “Prima degli europei ho regalato un ferro di cavallo azzurro a mio padre. Gli ho detto che avrebbe portato fortuna. Papà se l’è attaccato alla borsa e l’ha portato con sé in borsa. Ora sarà importante festeggiare insieme dopo un mese di lontananza

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