Mancini cambia l'Italia: squadra "verticale" per Immobile

Dopo la bruttissima sconfitta con l’Argentina, Mancini ha cambiato non solo gli uomini, ma anche il gioco. Avevamo vinto l’Europeo col doppio regista, con i palleggiatori Jorginho e Verratti e con loro non siamo poi riusciti a qualificarci per il Mondiale. Palleggio corto e spesso orizzontale, sempre di alta qualità perché Jorginho e Verratti, con la palla al piede, sono fra i migliori d’Europa. Ma il ct aveva bisogno di trovare una strada nuova, voleva arrivare in area avversaria in modo più sbrigativo, facendo alzare la testa ai suoi lanciatori per cogliere alle spalle le difese avversarie. Non più la conquista del campo a metri, ma a decametri. All’Europeo questo tipo di impostazione era l’alternativa, così era nato il primo gol di Locatelli contro la Svizzera: lancio lungo del medesimo per Berardi, attacco alla profondità, assist di Berardi e palla dentro di Locatelli. Questo movimento da alternativa è diventato la base del gioco della Nazionale in Nations League. Dalla Germania, dove la novità è balzata presto all’occhio, all’Ungheria all’Inghilterra. A Wolverhampton non abbiamo segnato, ma la migliore occasione da gol è arrivata proprio in questo modo: lancio di Locatelli da sinistra a destra per Di Lorenzo, cross al volo sul secondo palo dove è arrivato Tonali a rimorchio e solo una respinta d’istinto di Romsdale ha evitato il gol.

Il cambiamento è legato alla scelta di giocatori con caratteristiche diverse da quelle dei predecessori (che avranno spazio anche in futuro, ovviamente). Tanto per dare un’idea, Verratti negli ultimi 5 campionati di Ligue 1 col Psg ha segnato appena 2 gol, mentre Jorginho in Premier col Chelsea ne ha fatti 6 nell’ultima stagione ma sempre e soltanto su calcio di rigore. Al contrario, Tonali ha segnato 5 reti col Milan, Frattesi 4 col Sassuolo e Barella (che va inserito nella lista dei centrocampisti da…inserimento) è arrivato a 3 con 12 assist tutti su azione.
Da due registi siamo passati a uno, Cristante contro la Germania e l’Ungheria (con Frattesi e Tonali, poi con Pellegrini e Barella mezze ali), Locatelli (con Tonali e Frattesi) in Inghilterra. La verticalizzazione e la profondità sono diventati gli strumenti-chiave per l’attacco. Ne ha sofferto Scamacca, abituato al palleggio del Sassuolo. Ecco, lo snodo: per una Nazionale dal gioco così verticale forse può essere utile un centravanti capace di partire verso la porta avversaria in attesa del lancio. Viene in mente il sempre discusso Immobile, capocannoniere anche nell’ultima Serie A. E’ curiosa questa staffetta fra centravanti: finché l’Italia puntava felicemente sul palleggio, Immobile denunciava dei problemi evidenti non avendo fra le sue doti migliori la tecnica, la capacità del fraseggio stretto, ora che l’Italia verticalizza i problemi sembrano di Scamacca che fra le sue doti migliori non ha l’attacco alla profondità. E’ giusto che il ct insista sul centravanti del Sassuolo, dalla sua parte ha l’età e certi difetti a 23 anni si possono ancora limare. Ma adesso, con questa nuova manovra, potrebbe tornargli in mente anche l’idea di rilanciare il laziale che, a quanto pare, ha voglia di rimettersi in gioco. Come ha detto lo stesso Mancini, per quanto crea la Nazionale è indispensabile segnare di più. Nelle ultime 4 partite abbiamo fatto appena 3 gol, quando nelle ultime 3 gare abbiamo prodotto una dozzina di occasioni da rete. L’ultimo gol di un centravanti in Nazionale risale all’8 settembre dell’anno scorso, nel 5-0 contro la Lituania: non Immobile, non Belotti, non Scamacca, ma Kean, una doppietta. Da allora, a segno solo difensori, centrocampisti ed esterni. Il vero problema da risolvere è quello: il gol del 9.

Mancini: "Non pensavamo di fare così bene"

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Mancini: “Non pensavamo di fare così bene”

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