Lotito e Sarri sempre più distanti: i motivi della crisi Lazio

Partite e bivi

Pesano i malumori, gli scenari, anche i risultati. La corsa Champions è stata avvincente, ha regalato emozioni forti ai tifosi. La semifinale di Coppa Italia vale come altra attrattiva. Ma il campionato sta riflettendo una classifica misera rispetto al secondo posto dell’anno scorso. In generale, dal 19 gennaio, giorno della semifinale di Supercoppa italiana contro l’Inter, la Lazio ha perso sei volte in dieci partite considerando anche la Champions: Atalanta, Bologna, Fiorentina e Milan, si è aggiunto il ko di Monaco, nel conto c’è anche la sfida di Riyad. Le sconfitte stagionali sono 15. Lo ha ammesso anche Sarri: «Il campionato è la competizione dove abbiamo fatto meno». Dall’Udinese in poi ogni partita delle 11 rimanenti sarà un bivio. Lo sarà soprattutto la settimana evocata da Mau: dal 30 marzo al 7 aprile due sfide con la Juve di A e Coppa Italia più il derby. Per la sosta di marzo era stato previsto un incontro società-Sarri per iniziare a valutare il futuro, se slitterà sarà un’avvisaglia.

I passi

Lotito ha un impegno contrattuale con Sarri fino al 2025, in ballo c’è la modestra cifra di 10 milioni lordi. Solo uno strappo non ricucibile o un crollo verticale lo indurrebbero a cambiare in corsa, ipotesi finora sempre smentita a Formello. E’ proibitiva una mossa simile per il costo della doppia operazione che presupporrebbe un cambio in corsa e comunque non ci sono grandi alternative praticabili subito. Manca un piano sicuro, più valutabile e definibile a stagione finita. Da tempo ballano nomi alla rinfusa, portano a Tudor, Palladino e Gilardino. Si rievocano i nomi di ex laziali. Conceiçao ha urlato «forza Lazio» davanti al mondo, ma è un allenatore che orbita attorno a top club con mire internazionali. E’ spuntata la suggestione Almeyda, campione in Grecia con l’AEK Atene. Fa sognare il nome di Scaloni, campione del mondo con l’Argentina. Tutti profili da ereditarietà dinastica del trono. Lotito è di nuovo alle prese con la paradossale parabola che attende la Lazio dopo i successi. La rivoluzione che riporta indietro il calendario al tempo perduto.

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