L’Inter non vuole fare tredici

MILANO – Per la gloria, ma anche per la cassa. La sfida con il Porto, con in palio i quarti di Champions, non ha soltanto un significato sportivo per l’Inter, che non avanza tra le prime 8 squadre d’Europa dal 2011, ovvero dalla stagione post-Triplete. In gioco, infatti, ci sono anche una ventina di milioni di euro, tra premi supplementari dell’Uefa e un nuovo grande incasso a San Siro. Aver superato la prima fase della competizione ha garantito all’Inter circa 58 milioni, avanzare di un altro step aggiunge un ulteriore bonus di 10,6 e un conseguente incremento della quota di Market Pool 2. Mentre un nuovo tutto esaurito allo stadio, dopo quello di questa sera (ci saranno anche Ceferin e Gravina), assicurerebbe non meno di 8 milioni.

Percorso

Insomma, si tratterebbe di ossigeno puro per una società che, come noto, brucia cassa e ha bisogno costante di liquidità. L’attivo di mercato da almeno 60 milioni, da raggiungere entro il prossimo 30 giugno, è stato fissato proprio per questo. Peraltro, le cifre in ballo fanno capire una volta di più come la qualificazione alla prossima Champions sia, probabilmente, ancora più vitale. In questo momento, però, il campionato non può che essere messo in secondo piano. Come, premesso, c’è anche un significato sportivo attorno al confronto con il Porto. I quarti di finale certificherebbero il percorso di crescita anche a livello internazionale per l’Inter, passata da tre stop consecutivi ai gironi e tornata agli ottavi soltanto un anno fa, trovandosi di fronte però la corazzata Liverpool.

Nessun punto

Il Porto, da questo punto di vista, rappresenta un’occasione, con tutte le insidie del caso, evidentemente. Anche l’esperienza, peraltro, può essere un fattore. «I portoghesi sono certamente abituati a questo tipo di sfide, ma la sfida con i Reds dell’anno scorso, oltre a quelle con il Real, il Bayern e il Barcellona, ci ha fatto crescere», ha garantito Inzaghi. Anche per il tecnico piacentino sbarcare ai quarti di Champions sarebbe un traguardo significativo, e mai tagliato in carriera, visto che anche con la Lazio si era fermato agli ottavi, eliminato dal Bayern. «Io non devo mettere alcun punto per il mio lavoro all’Inter», ha comunque voluto precisare, sottolineando anche come questo appuntamento, l’Inter, se lo sia meritato: «Il nostro è stato è un percorso incredibile. Ci siamo trovati di fronte Barcellona e Bayern, che tutti avrebbero voluto evitare. Ora ce la vogliamo giocare, con la consapevolezza che le gare a eliminazione diretta sono diverse da quella della fase a gironi, dove è permesso sbagliare qualcosa. Adesso non sono permesse distrazioni, ma abbiamo le nostre chance, come le ha il Porto».

Usiamo la testa

La ricetta di Inzaghi è sempre la solita: «Corsa, aggressività e determinazione». Stavolta, però, ha insistito anche su un altro concetto: la testa. «Sarà fondamentale, perché di fronte avremo un avversario fortissimo, reduce da 10 vittorie consecutive. Il confronto durerà 180’ e ci saranno certamente momenti di difficoltà, anche domani sera (stasera). Dovremo essere abili ad affrontarli e a superarli da squadra. Servirà capacità anche nell’interpretare le varie fasi della gara, scegliendo quando andarli a prendere e quando abbassare il baricentro. Fiducia ed entusiasmo, però, non ci mancano. E se il Porto, negli ultimi anni ha fatto male alle squadre italiane, non vogliamo invertire la tendenza». Per concludere, un pensiero su Conceicao, vecchio compagno di battaglie, ma soprattutto di vittorie, ai tempi della Lazio: «Lo rivedrò con piacere. Ci siamo incontrati questa estate a Roma, ma non ci sono stati altri contatti di recente. Vuole venire ad allenare in Italia? Ha avuto esperienze importanti, sta facendo molto bene con il Porto, ma non entro nelle sue scelte personali».


Precedente Gol più contratto: i fantasmi di Leao al Milan

Lascia un commento