Le critiche, la fede, i gol: Giroud no limits. E in Serie A c’è chi si mangia le mani…

Spesso sottovalutato e più volte accostato a squadre italiane (Lazio, Inter, Juve), il 34enne francese al Chelsea sembrava ai margini. Invece è lui il bomber di cui Lampard non può fare a meno. E il suo poker nello scontro diretto contro il Siviglia lo dimostra

Controllo di destro e sinistro sotto l’incrocio. Difesa della palla e tocco sotto delizioso. Anticipo sul primo palo e colpo di testa vincente. Freddezza dal dischetto. Quattro gol nello scontro diretto contro il Siviglia, Chelsea matematicamente primo nel girone: nella squadra dei giovani talenti, l’uomo copertina è Olivier Giroud. Quattro reti che mettono in mostra tutto il repertorio di un attaccante spesso sottovalutato, sulla carta relegato ai margini ma che trova sempre il modo di essere un fattore per i Blues. E non solo.

UOMO SQUADRA

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Il poker nella sfida del Ramon Sanchez si aggiunge al gol segnato contro il Rennes: in totale sono cinque reti in tre partite in questa Champions League. Il progetto Lampard è futuribile, improntato sui giovani. Dal mercato sono arrivati Werner, Havertz e Ziyech, in casa stanno crescendo talenti come Abraham, Hudson-Odio e Mount, oltre a Pulisic. Potenziale esplosivo, ma senza una guida non si va da nessuna parte: Giroud è l’uomo squadra che serve al progetto dei Blues, ma si sta rivelando anche il bomber di cui Lampard non può ancora fare a meno. Olivier ha bene chiaro in testa qual è il suo ruolo nella squadra e non si scompone, come dimostrano le parole pronunciate a ottobre alla rivista “Onze”: “È positivo per la squadra vedere entrare nuovi giocatori di talento. Trovare un posto sarà ancora più difficile rispetto alle stagioni precedenti. Questo dovrebbe stimolarci, farci alzare il livello di gioco. Molti temono per il loro posto. Come mi definisco? Un uomo-squadra”.

OBIETTIVO HENRY

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In Premier League manca ancora il primo assolo in questa stagione: solo cinque presenze in campionato per il francese. Che però in Champions, nella competizione dei veterani e in cui l’esperienza conta più di qualunque altra cosa, si esalta. Il bagaglio di Olivier è importante: 34 anni sulle spalle iniziano a farsi sentire, per un calciatore. Il bomber vintage è di moda in questi tempi, lo sappiamo bene anche in Italia. Tanto che Giroud ha anche superato Platini per reti segnate con la maglia della Francia: ora è a quota 42, il primo posto occupato da Henry dista solo nove gol. “Facciamo questo lavoro per divertirci, per vivere la nostra passione. È una benedizione. So quanto sono fortunato. Faccio questo lavoro per rendere orgoglioso il mio popolo e anche per segnare la storia del calcio. Voglio che la gente mi ricordi come una brava persona e come qualcuno che ha fatto la storia della Francia”.

MONDIALI E MERCATO

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Non si diventa l’attaccante titolare di una nazionale campione del mondo per caso. Giroud ha guidato il reparto avanzato di Deschamps nella cavalcata in Russia ma senza riuscire ad andare a segno: zero gol in sei presenze, ma lavoro per la squadra enorme. Chissà cosa si sarebbe detto se la Francia non avesse vinto il Mondiale: punto debole, non segna, non è all’altezza. Anche perché non sono mancate le critiche nonostante la conquista della coppa. Dubbi e mugugni che sono arrivati anche dall’Italia, quando il nome del francese è stato accostato a club di Serie A: Inter e Lazio erano in corsa lo scorso gennaio, la Juve ci ha fatto un pensierino nella lunga ricerca del numero 9 nella sessione estiva. Nome che non ha mai scaldato i tifosi, ma prototipo dell’acquisto low-cost, un’opportunità di mercato che diverse squadre italiane hanno annusato senza poi concretizzare. Chissà se qualcuno si starà mangiando le mani, dalle nostre parti.

FEDE

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Olivier ci è abituato, alle critiche: “Chiunque tu sia, non riceverai mai un trattamento unanime. Dal momento in cui capisci che devi armarti e non ascoltare ciò che viene detto, sei in pace”. C’è una grande fede cristiana che accompagna la vita di Giroud, fede trasmessa dalla madre e che traspare in ogni parola pronunciata dal nativo di Chambery. Poteva essere Italia, rischiava di essere un tramonto di carriera nei bassifondi di Londra. Ma Olivier è ancora sul palco, a dirigere la giovane orchestra di Lampard. Con i fatti e con le parole, in attesa di avvicinarsi sempre di più ad Henry con la maglia della Francia. Qualcuno qua si starà mangiando le mani, molti al Chelsea ringraziano di averlo ancora con sé. Con un Giroud così, le nuove leve possono crescere ispirati dalla luce giusta. E Lampard si gode il primo posto nel girone.

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