Lazio, retroscena Vecino: escluso e punito, ecco cosa è successo

ROMA – Vecino escluso e punito. Lo hanno mandato a casa, anzi ieri si è allenato da solo e di mattina, qualche ora prima che Sarri e la squadra scendessero in campo per la rifiniura. Non verrà impiegato stasera all’Olimpico negli ottavi di Coppa Italia contro il Genoa. La Lazio, in serata, ha fatto chiarezza attraverso un comunicato: «Non convocato per motivi disciplinari». Si parla di atteggiamenti sbagliati e di brutte risposte, avrebbe mancato di rispetto, non si è capito bene se nei confronti di un componente dell’area tecnica, come è trapelato dagli uffici di Formello: la materia era grigia, non ben identificata. Toccherà anche al giocatore e al suo procuratore, se vorranno, fare chiarezza. Sarri si è allineato, non è chiaro sino a che punto abbia condiviso la scelta, attribuitagli dall’ufficio stampa. Dalla società hanno fatto sapere che era il caso di intervenire, Lotito aveva già preannunciato l’ipotesi di provvedimenti, il diesse Fabiani non ha preso le distanze, anzi ha certamente condiviso, sposato e caldeggiato la linea punitiva. Un dato è certo: all’uruguaiano non sarebbe stato imputato scarso impegno in partita o in allenamento, il cattivo rendimento o una prestazione sbagliata non possono entrare nell’agenda di un dirigente, sarebbe da superficiali solo pensarlo o scriverlo (come peraltro ieri è successo a qualcuno ma il calcio è un’altra cosa). L’uruguaiano avrebbe risposto male, atteggiamento non tollerabile. E la società, delusa per l’andamento del campionato ma qualificata in Champions (altri 19 milioni di ricavi dopo i 40 iniziali), è intervenuta. Il caso è esploso dopo l’allenamento di domenica a cui ha partecipato Vecino, impiegato solo negli ultimi 7 minuti più recupero con il Cagliari. Gli è stato comunicato che ieri si sarebbe allenato in orario differente dalla squadra.

Lazio, linea dura

Se si tratta di un segnale, di un’esclusione a tempo indeterminato o sino a Verona, nessuno lo ha spiegato. Molto dipenderà, è stato detto, da come Vecino reagirà nei prossimi giorni. Di sicuro Lotito si sta avvicinando poco a Formello (la squadra lo ascolterebbe meno del solito) e Fabiani è entrato nello spogliatoio per processare la Lazio dopo il crollo di Salerno. Una reprimenda definita “tosta” e approvata da Sarri, protetto dalla dirigenza. Fabiani non parlerà una seconda volta. Si è già espresso, certi concetti devono essere afferrati. Nella passata stagione non esitò a spedire la Primavera a Campagnano perché non era degna, in quel periodo, di giocare a Formello: il campionato finì con la promozione. Sana Fernandes, stasera in panchina con i grandi, dopo il debutto in Youth League con l’Atletico Madrid, venne retrocesso in Under 18 a meditare. Quelli sono ragazzi. Vecino è un professionista di 32 anni, ha partecipato a Mondiali e giocato 69 volte con l’Uruguay, ma per il club valgono la linea della fermezza e dell’educazione. Può essere la strada giusta? Di solito da casi di questo tipo se ne esce in due modi: ricompattati o sfasciati. Ci sono pochi elementi per giudicare e una sola versione, quella societaria. Come raccontiamo dal ritiro di Auronzo (poco ascoltati) i malumori della squadra, giustificabili o contestabili non sta a noi deliberarlo, non riguardavano Sarri ma alcune aspettative non corrisposte dal club. Fabiani conosce il mestiere da trent’anni, ha usato la diplomazia dal 19 agosto (quando è stato nominato) sino a pochi giorni fa e ora ha cambiato registro, applicando la linea dura. Non tornerà indietro, tutti avvisati. 

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