Lazio, la formula Sarri: è l’hombre vertical

Toglietegli tutto, non la verticalizzazione. Non è un possesso sterile, ma un gioco ficcante. E soprattutto non chiamatelo “tiki taka”: altro che palleggio in orizzontale, Maurizio Sarri è il maestro della profondità. Con o senza punta, in Italia o in Inghilterra: la traccia lasciata è sempre orientata a tagliare in due le avversarie. Meglio specificare, troppe volte è stata fraintesa la sua filosofia: «Non so dare la definizione di Sarrismo, però sicuramente non è un tiki-taka. Il nostro è un palleggio avanti-indietro e poi ricerca in verticale», ha detto dopo la prova superlativa di Bergamo. Una Lazio da sogno contro l’Atalanta, di Immobile ai box non se n’è accorto nessuno. Basta prendere i dati dal 2016 per capire le ragioni delle sue affermazioni. Una spiegazione statistica esemplare, manifesto del suo modo di intendere il calcio. Le sue squadre, a fine campionato, hanno quasi sempre ottenuto il record di verticalizzazioni.

La Lazio e Lotito ricordano Vincenzo Paparelli

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La Lazio e Lotito ricordano Vincenzo Paparelli

Dati

L’unica eccezione nella Serie A 2019-2020, Scudetto cucito sulla maglia della Juventus, però secondo gradino nella speciale classifica: 6.369 verticalizzazioni alla guida dei bianconeri, davanti al Verona terzo (6.153), ma dietro al Napoli di Ancelotti e poi Gattuso (6.537). Sarri, in tutte le altre stagioni, ha comandato la particolare graduatoria. Tre campionati di seguito guardando tutti dall’alto verso il basso. I primi due con il Napoli, una supremazia schiacciante. Serie A 2016-2017: 8.436 passaggi in verticale, seconda la Sampdoria con 6.837, terza la Roma con 6.740. Il bis dodici mesi dopo (2017-2018): 8.388 il Napoli, poi l’Inter (6.770) e la Roma (6.528).

Marchio

Un discorso valido anche una volta preso l’aereo e iniziata l’avventura in Premier League. Il Sarri-ball, nel 2018-2019, è stato pure un “vertical-ball”: Chelsea in vetta con 7.185 verticalizzazioni, sul podio le due super potenze Liverpool (6.946) e Manchester City (6.924), seconda e prima invece per numero di punti ottenuti (98 Guardiola, 97 Klopp). L’anno alla Juve e quello sabbatico hanno preceduto l’arrivo alla Lazio nell’estate del 2021. La solidità nell’immediato non era quella attuale, la voglia di produrre decisamente sì. La sua Lazio si è piazzata in cima alla lista delle verticalizzazioni nella scorsa Serie A (2021-2022): 6.747 contro le 6.641 dell’Atalanta e le 6.415 del Napoli. Imprinting istantaneo. Un firma sulle partite che Sarri – ieri non ha parlato in conferenza – sta provando a ribadire nel campionato in corso: lotta serrata con il Napoli di Spalletti, ieri salito a 13 vittorie consecutive. 

Intenzioni

Testa a testa come riportato dai numeri delle prime 11 giornate, dal conto sono escluse le verticalizzazioni della gara di ieri con il Sassuolo: 1.861 i partenopei, 1.772 la Lazio. Terzo il Monza con 1.692. Un gap di nemmeno 100 passaggi. Calcolo presto fatto: il tecnico biancoceleste ha totalizzato il maggior numero di verticalizzazioni 4 volte su 5 e ora ci riprova. Un marchio a fuoco, un’ideologia propensa a colpire, non a gestire. E oggi, mantenendo la porta inviolata contro la Salernitana, può salire a 7 clean-sheet di fila: alla Lazio ci è riuscito solo Eriksson (1997-1998).

Immobile al lavoro per tornare in campo

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Immobile al lavoro per tornare in campo

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