Lazio, Cataldi: “Sogno una cena con Federer. Veron e Zidane i miei idoli”

ROMA – “Per me essere titolare non vuol dire giocare tutte le partite ma essere un calciatore importante che può dare una mano dentro e fuori dal campo. Personalmente sento di avere l’età giusta per diventare una persona importante, un riferimento, all’interno dello spogliatoio”. Danilo Cataldi è diventato grande. Ora è uno dei leader della Lazio e al magazine della società biancoceleste racconta la sua crescita: “Non ho avuto un riferimento preciso, vedevo, come ora, tantissime partite. Quando ero piccolo, la Lazio era una delle squadre più forti al mondo. Mi piaceva tanto vedere Zidane per la sua eleganza, era bello vederlo giocare. Cito poi Veron: incarnava il momento di quella Lazio, con i numerosi aneddoti che narravano di una squadra con diversi gruppetti fuori ma unita in campo. Juan è stato uno dei più rappresentativi di quegli anni”.

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Il racconto di Cataldi

“Vengo da una famiglia umile, mio padre trasportava le bibite, lavorava dal lunedì al sabato alzandosi alle 4 di mattina. Ricordo che la domenica mi accompagnava alle mie partite la mattina presto. Quando non c’era, toccava a mia madre. Mio padre lo faceva con passione, sono quei sacrifici che un figlio apprezza con il tempo. Mi hanno insegnato il valore delle cose. Per mio padre poi gioco sempre bene (ride, ndr). Se seguo altri sport? Sono un malato di tennis, anzi di Federer. So tutto di lui, ora purtroppo è infortunato. Non sono mai riuscito a farmi una foto, l’ho visto dal vivo a Roma ogni volta che ha giocato. Quando giocava dall’altra parte del mondo, mettevo la sveglia per seguirlo. Dal 2006 seguo ogni suo torneo: è l’unico atleta che preferisco vedere al posto di una partita di calcio. Un’uscita a cena? Con Federer. Mi piacerebbe sapere che tipo di vita conduce, come gestisce allenamenti e vita quotidiana, come si rapporta a tutto. Ha 4 figli: per meriti sportivi ha ottenuto tutto dalla vita, gioca da più di 20 anni. Mi chiedo ad esempio come facciano i figli a cambiare spesso scuola. Io ad esempio conosco le stesse persone conosciute sui banchi, mentre magari i suoi figli vivono su un aereo. Cristiano Ronaldo ad esempio ha detto di non poter andare al parco giochi con i figli, una cosa alla quale io non potrei mai rinunciare. Vorrei anche capire se accontentano i figli sotto ogni aspetto perché hanno possibilità o se glielo fanno guadagnare con il sacrificio, come è capitato a me. Io ad esempio a mio figlio darei tutto, ma non so se sia la cosa giusta da fare. La scommessa per il prossimo anno? Luka Romero: è un ragazzo con la testa sulle spalle, arriverà ad alti livelli. Spero per lui che quest’anno possa giocare tanto. Al di là del calciatore, è un bravo ragazzo, giovane ma grande di testa. Ha già la cultura del lavoro”.

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