NAPOLI – Dal “tiraggiro” al tiro a Ciro è un attimo, è un arcobaleno che va da Napoli a Istanbul e s’allunga fino a Toronto, è un flash della memoria che proietta in un’altra vita. Al “tiraggiro” Lorenzo Insigne sembra aver rinunciato, l’ha messo tra i ricordi del proprio vissuto partenopeo, c’è tutto se stesso là dentro, e ai tifosi del Toronto li ha colpiti come raramente faceva qua in Italia, quand’era in quella posizione: stavolta, fendente sul primo palo e via a festeggiare, con il pallone sotto la maglia, la terza gravidanza di Jenny. Il tiro a Ciro di Mertens inaugura una nuova stagione, stavolta sulle rive del Bosforo, la magica atmosfera in cui ha scelto di calarsi Dries Mertens, di diritto turco napoletano.

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Insigne e Mertens, la malinconia di Napoli
Sono volati via solo 77 giorni e le storie sono già quelle di ieri, di un tempo che immalinconisce, segna un’epoca, la sistema poi ai margini del futuro, come nostalgia in cui planare. E’ stato bello, per Napoli e anche per loro, ma il calcio non fa sconti, procede con i suoi cambiamenti secchi, netti, chiude cicli e avvia rapidamente le proprie trasformazioni dietro una regia hollywoodiana. Insigne & Mertens sono stati, per un decennio, il calcio di Napoli nella loro struggente bellezza, l’ha riempito di parabole, di tunnel e di diavolerie, di effetti speciali che restano pure quando tutto è svanito, per sempre. Però rimangono i fotogrammi e i sentimenti. Insigne è virtualmente andato via a gennaio, aveva capito da un po’ che la sua liaison con ADL fosse scaduta, ed ha scelto il Canada; e Mertens, che Spalletti avrebbe voluto ancora con sé, ha scelto di separarsi per diversità di vedute economiche ed ha voluto il Galatasaray e la Turchia: la loro Italia si chiama Napoli.

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