Kean-gol, la Juve vince anche a Verona: ora è terza e tifa Monza…

In attesa del risultato della Lazio impegnata stasera all’Olimpico, i bianconeri rientrano comunque nel poker di testa, dopo aver superato di corto muso il Verona. Espulso nel finale Alex Sandro

Dal nostro inviato Marco Guidi

10 novembre – VERONA

Minimo sforzo, massimo risultato. Una Juventus non certo “bellina”, come direbbe Massimiliano Allegri, ma cinica e un pizzico fortunata sbanca Verona grazie a un lampo di Kean e scala la classifica. Ora i bianconeri sono nelle prime quattro, a soli due punti dal Milan secondo. Impensabile sino a qualche settimana fa. Ma il segreto della Signora sta soprattutto nella solidità difensiva: zero gol subiti nelle ultime cinque, con altrettante vittorie. Compresa quella, di corto muso, al Bentegodi. Dal canto suo, l’Hellas non interrompe l’emorragia: nona sconfitta consecutiva e ultimo posto in classifica, nonostante anche contro la Juve i gialloblù abbiano confermato la sensazione di essere squadra viva.

SCELTE

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Max Allegri rilancia capitan Bonucci in difesa e si affida alla coppia Kean-Milik davanti. In porta, come annunciato nella conferenza della vigilia, c’è Perin. Solo panchina per Angel Di Maria, nemmeno convocati Vlahovic e Chiesa. Sorprese nelle scelte di Salvatore Bocchetti: fuori dall’undici titolare diversi big (Veloso, Verdi, Lazovic, Henry, Tameze…) e spazio ai giovani Terracciano e Sulemana. In attacco tridente inedito Lasagna-Djuric-Kallon.

MEGLIO IL VERONA

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Reduce da otto sconfitte di fila, con il presidente Setti duramente contestato dalla curva, l’Hellas parte con orgoglio e al 3’ un destro da fuori di Sulemana fa scorrere un brivido lungo la schiena di Perin: palla fuori di poco. Non è un episodio, perché il Verona fa decisamente la partita nei primi 10’, collezionando due corner e un giallo per Bonucci, costretto al fallo su Lasagna dopo un errore di Danilo. Al 16’ ci prova Lasagna dai 20 metri: sicuro Perin nella presa alta. Poi serve un autentico miracolo di Danilo a togliere il pallone dai piedi di Djuric a pochi metri dalla porta, dopo un bel contropiede organizzato da tutto il trio d’attacco gialloblù. Le sofferenze bianconere nascono soprattutto sulla fascia destra, dove Cuadrado è in difficoltà contro l’intraprendenza di Doig. E la Juve? Si fa vedere per la prima volta solo al 22’: Milik addomestica bene un lancio dalle retrovie e carica il sinistro dal limite, Montipò blocca bene. Tanto basta per spaventare il Verona, che rallenta un po’, facendo prendere metri agli ospiti. Non che la squadra di Allegri faccia chissà che per alzare il tasso di divertimento della gara. Unica emozione, un tiro di Locatelli dai 25 metri, sventato in corner da Montipò.

LA ZAMPATA

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La ripresa si apre ancora con il Verona più pimpante. Al 3’ Dawidowocz devia a lato sotto porta un interessante calcio piazzato dalla trequarti. Un situazione che si ripete poco dopo, sempre con il difensore polacco a cercare la stoccata vincente in mischia: palla alle stelle. Allegri prova a mischiare le carte, invertendo Fagioli e Rabiot alle mezzali. E dal centro-sinistra il giovane prodotto del vivaio bianconero si conquista un’interessante punizione (ammonito Dawidowicz per fallo di mano), che però Cuadrado spedisce sul fondo. Così come, al 16’, Rabiot accentrandosi da destra pesca Kean, bravo e fortunato a battere Montipò con l’aiuto della deviazione di Dawidowicz. Il pallone s’impenna e scavalca beffardamente il portiere di casa, che riesce solo a toccare, senza respingere. In vantaggio di un gol, la Juve cambia di nuovo pelle: fuori Locatelli e Fagioli, dentro Paredes e Miretti. Bocchetti, di par suo, risponde con Veloso e Lazovic per Sulemana e Doig.

SOFFERENZA

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Al 23’ è il turno di Di Maria al posto di Kean, imitato da Verdi per Kallon dall’altra parte. Girandola di cambi a parte, l’Hellas ci prova soprattutto con il cuore, la Juve amministra, ma non senza qualche apprensione. Lasagna scarica di destro dal limite: tiro forte, ma fuori. Alla mezzora veementi proteste gialloblù per un tocco di mani di Danilo (su rimpallo) in mischia dopo conclusione di Veloso, che l’arbitro Di Bello e il Var Guida non reputano da rigore. Al 38’, il direttore di gara fischia invece il penalty per i padroni di casa per il contrasto Bonucci-Verdi, ma si corregge dopo on field review suggerita dal Var: il capitano della Juve tocca la palla in anticipo ed è l’avversario a calciare sulla sua gamba. Proprio al novantesimo, una delle giocate più belle della partita: Di Maria raccoglie uno spiovente defilato sulla sinistra e al volo si coordina alla perfezione, pur non centrando lo specchio. Allegri deve però patire sino all’ultimo, anche perché Alex Sandro stende Lasagna lanciato a rete e viene espulso: Verdi calcia alto la punizione conseguente. Ed è sempre l’ex Toro con il destro a dare l’ultimo brivido alla Juve, non centrando la porta da posizione favorevole. Ma di riffa o di raffa, la Signora porta a casa tre punti e fa un altro passo verso l’alto.

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