Juventus, l'addio di Agnelli? No, è un arrivederci

E se fosse solo un arrivederci? Diciamo che di certo non è un addio, perché Andrea Agnelli, come membro della famiglia, resta proprietario della Juventus, alla quale resterà sempre molto legato e vicino. D’altra parte, Gianni Agnelli e suo fratello Umberto sono stati effettivi presidenti del club per un periodo relativamente breve (il primo dal 1947 al 1954, il secondo dal 1955 al 1962), ma è innegabile la loro influenza (quella dell’Avvocato sul periodo degli Anni 70 e 80, quella del Dottore per tutti i 90 e parte dei 2000). Ma dietro il saluto di ieri che preclude all’ultimo atto ufficiale da presidente, il 18 gennaio, ci sono altri due scenari da tenere in considerazione per il futuro della Juventus.

Juventus, l'ultima assemblea degli azionisti guidata da Andrea Agnelli

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Primo scenario: il ritorno

Il primo scenario è che Andrea Agnelli torni al vertice della società d’accordo con John Elkann, nel caso la tempesta giudiziaria venisse superata senza gravi conseguenze. E non si parla solo di questioni legate alle vicende legate alle presunte violazioni nella compilazione dei bilanci, ma anche del caso Superlega che a marzo vedrà arrivare il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea: il primo parere dell’avvocato generale della Corte non è stato particolarmente incoraggiante, ma il giudizio definitivo sul tema potrebbe anche segnare dei cambi di strategia per la Juventus stessa. Elkann resta fermamente convinto che l’assetto attuale del calcio europeo non è efficiente sotto molti profili, dalla governance al fatturato, ed è convinto della bontà dell’idea Superlega, ma se la Corte chiudesse le porte al progetto, non si immolerebbe per portarlo avanti, ma piuttosto cercherebbe un’altra strada per migliorare il sistema. È ovvio che le varie circostanze influirebbero sull’eventuale ritorno di Andrea in società.

Il resoconto dell’assemblea degli azionisti del 27 dicembre

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