TORINO – Assieme ai motori del jet con cui Cristiano Ronaldo ha lasciato Torino, si sono accesi quelli della virtuale DeLorean su cui Paulo Dybala parte per il proprio personale “Ritorno al futuro”, come Michael J. Fox nel film di culto del 1985. Un futuro da uomo simbolo della Juventus che sembrava suo nel 2017, sancito dall’assegnazione della maglia numero 10, ma che si era poi improvvisamente allontanato nel 2018, all’arrivo di CR7 a Torino. Era inevitabilmente stato il fuoriclasse portoghese a diventare il volto della Juventus e se in un primo momento era sembrato che Dybala potesse esserne prima la spalla e poi l’erede, poi il futuro bianconero di Dybala è stato sul punto di essere non rimandato, ma cancellato. Solo i suoi ripetuti no a Manchester United e Tottenham nel 2019 e nel 2020 lo hanno mantenuto possibile.
Dybala punto di riferimento per la squadra
Da stasera, contro l’Empoli, Dybala ritorna a quel futuro. Massimiliano Allegri ieri è stato chiaro: saranno tutti i bianconeri a dover segnare di più per colmare il vuoto di gol lasciato da Ronaldo. Dybala non è un fuoriclasse della portata di CR7, raggiunta da pochi nella storia del calcio, però è uno dei giocatori più talentuosi d’Europa, di sicuro il più talentuoso della Juventus e il vicecapitano. Ed è inevitabilmente lui, ora, l’uomo immagine bianconero e il punto di riferimento tecnico della squadra. E’ lui il primo, non certo l’unico, da cui stasera i tifosi che torneranno all’Allianz Stadium si aspettano i gol e le giocate necessarie a battere l’Empoli. Una responsabilità pesante, ma d’altra parte è il fardello che qualsiasi calciatore sogna di avere, però anche una maggiore libertà di esprimersi e la possibilità di essere al centro del nuovo progetto bianconero, da tre stagioni preclusagli dalla presenza di Ronaldo. “Ubi maior, minor cessat”, er logicamente stato Dybala a doversi adattare, giocando dietro a due punte, giocando centravanti atipico e anche non giocando. Da ora Dybala sarà libero di muoversi attorno a un centravanti – stasera Morata, poi si vedrà – e con due esterni in un modulo che ricorde- rebbe il 4-2-3-1 della più bella Juventus di Allegri, quella del 2016-17, che oltre a vincere Scudetto e Coppa Italia sfiorò anche la Champions League, arrendendosi solo in finale proprio al Real Madrid di Ronaldo.