Juve, no Pogba. Così non si fa

La clamorosa esclusione di Paul Pogba dai convocati per il match con il Friburgo, a causa di motivi disciplinari, apre un nuovo capitolo del complicato rapporto tra il francese e la Juve. Allegri l’ha appena recuperato, dopo otto mesi di attesa, ma non tollera il mancato rispetto delle regole. Anche a costo di rinunciare all’apporto di un calciatore di alto livello in un’occasione particolarmente importante qual è l’andata degli ottavi di finale di Europa League. L’allenatore è coerentemente intransigente, i precedenti lo confermano: dallo sgabello bonucciano a Oporto (2017) all’esclusione di Kean dall’ultimo test precampionato con l’Atletico Madrid, per essersi presentato in ritardo. La stessa motivazione della punizione inflitta a Pogba, al quale i tifosi, durante le vacanze di Natale, avevano rimproverato alcune immagini scattate sulla neve. Soprattutto in un momento così delicato come l’attuale, tutti i giocatori sono chiamati a rispettare le regole della società, nonché a profondere il massimo impegno. E, magari, alla cena del ritiro prepartita non si arriva in ritardo, ma con mezz’ora d’anticipo. Specie se ti chiami Pogba e ricordi come la Juve non abbia dimenticato quando il giocatore, dopo l’infortunio al ginocchio optò per la terapia conservativa anziché per l’intervento immediato che avrebbe ridotto i tempi di recupero, poi prolungatisi senza soluzione di continuità . Escludendolo dai convocati per il match con il Friburgo, Allegri ha lanciato un segnale forte e chiaro a tutto il gruppo: chi ci sta, bene; chi non ci sta, fuori. Allegri ha fatto la cosa giusta.

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