TORINO – L’ultima volta non andò benissimo: 1° maggio 2014, Juventus-Benfica 0-0, l’Europa League che vola via in semifinale, a un solo passo dalla finalissima programmata in casa, allo Stadium. In panchina, allora, Antonio Conte ossessionato dal primato dei 102 punti in campionato; in panchina, oggi, Massimiliano Allegri nella veste di factotum, ultimamente pure facile all’irritazione se gli toccano i suoi giocatori. Al Nantes, avversario nel doppio incrocio prima di passare alla serie vera – quella degli ottavi con turni ad eliminazione diretta – i bianconeri si accostano forti di un Filip Kostic in più. E di una prospettiva che diventerà certezza: lo Stadium sold out.
Che cavalcata
Dusan Vlahovic, nel video che spopola sui social, lo chiama affettuosamente «Pippo». Ecco, «Pippo» ha le spalle larghe e soprattutto l’esperienza di chi è in grado di trascinare un gruppo intero al trionfo. Con tre gol e una caterva di assist a bilancio, il serbo portò l’Eintracht Francoforte fino al successo nella scorsa edizione dell’Europa League. Di più: la cavalcata fu talmente inebriante che Kostic se ne uscì anche con la palma di miglior giocatore della competizione. Dire che il connazionale di DV9 sappia come si fa, insomma, è concetto tanto banale quanto tremendamente efficace.
Feeling con Vlahovic
Vale anche per chi dopo nove anni si riaffaccia alla finestra della seconda competizione europea per club a livello di importanza, alle spalle di una Champions che quest’anno ha visto la Juve entrare e subito essere cacciata via con tutte le colpe del caso. Non si gioca più il martedì o il mercoledì: primo step mentale da compiere, con inevitabili cascami sulla calendarizzazione futura degli eventi. Poi serviranno i consigli di «Pippo» Kostic, propedeutici agli assist che verranno. Come già accaduto allo Stadium contro la Fiorentina, prima che il Var vanificasse tutto.

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