Juve, in fumo 15 milioni. E ora rischia di chiudere il bilancio a -200

Il mancato accesso ai quarti di Champions priva il club di risorse utili per mitigare una perdita 2021-22 che si annuncia pesantissima. La campagna europea si chiude con un bottino di 84 milioni. Titolo in Borsa a -9%

La sconfitta contro il Villarreal ha mandato in fumo i sogni di grandeur europea e 15 milioni di ricavi. La Juventus conta i danni, o meglio le opportunità mancate, per l’ennesima precoce eliminazione dalla Champions League. La qualificazione ai quarti avrebbe portato 15 milioni nelle casse bianconere, tra premio Uefa (10,6 milioni), la quota in più del market pool dipendente dal numero di partite giocate in coppa e l’incasso al botteghino (2,4 milioni con il Villarreal, giusto per avere un termine di paragone).

Il consuntivo

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La Juve chiude così la campagna europea con un bottino complessivo di circa 84 milioni: 79 sono i premi Uefa (15,64 per la partecipazione, 15 per i risultati nel girone, 9,6 per la qualificazione agli ottavi, 30,7 per il ranking storico, 8 milioni per il market pool) e 5 milioni sono gli incassi allo stadio delle quattro partite casalinghe.

Effetti sul bilancio

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Se fosse andata avanti in Europa, con i 15 milioni in più dei quarti e i 16-17 delle semifinali, la società presieduta da Andrea Agnelli avrebbe potuto ridurre una perdita di bilancio che, al momento, risulta essere pesantissima. Secondo i nostri calcoli, l’esercizio 2021-22 dovrebbe chiudere con una perdita più o meno dello stesso livello dell’anno scorso (-210 milioni), attorno ai 200 milioni. La riduzione dei costi, derivante principalmente dall’addio di Ronaldo (80 milioni risparmiati tra stipendio e ammortamento), è sterilizzata da classificazioni contabili figlie dell’emergenza pandemica. Due esempi su tutti: i diritti tv 2020-21 “gonfiati” perché contenevano la quota della parte finale della stagione 2019-20 e le spese del personale compresse in virtù delle rinegoziazioni degli stipendi, voce che non si ripeterà quest’anno.

Cassa solida

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La Juventus, va precisato, non ha problemi di cassa dopo l’aumento di capitale da 400 milioni che ha abbattuto il debito fornendo le risorse per il fabbisogno annuale e per gli investimenti previsti dal piano di sviluppo. Ma se l’obiettivo del club resta comunque quello di riequilibrare la dinamica costi-ricavi, a questo punto c’è una sola leva da azionare entro il 30 giugno: le cessioni per incrementare i proventi del calciomercato che in questa stagione ammontano al momento a 28 milioni. Può darsi pure che la Juventus non ravvisi la necessità impellente di ridurre lo sbilancio 2021-22 rimandando ai mesi estivi (quindi con effetto sul 2022-23) gli affari necessari per incrementare il player trading e ridurre il monte-stipendi.

In Borsa

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Come prevedibile, anche il titolo a Piazza Affari ha risentito dell’uscita dalla Champions. Avvio di seduta sotto le vendite, a -6% per arrivare nel corso della mattinata a -9%, a 0,31 euro.

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