Juve, Arthur: “Il Liverpool ha scommesso su di me… ma ora devo tornare a Torino”

Arthur, centrocampista di proprietà della Juventus, in prestito al Liverpool, ha rilasciato un’intervista a Goal in cui parla del suo futuro: “La prossima stagione la vedo bene: sarà decisiva per la mia carriera. Non vedo l’ora di mostrare la nuova versione di Arthur”.

SU KLOPP E IL SALUTO AL LIVERPOOL – “Ho lavorato molto fisicamente e mentalmente: sto meglio di quando sono arrivato in Europa. Capisco meglio le dinamiche del calcio e voglio mostrarlo. Da quando sono qui, Klopp mi ha trattato molto bene. È un onore per me lavorare con lui: è uno dei migliori allenatori del mondo. Adesso che sono guarito ovviamente mi piacerebbe poter giocare di più, ma capisco che la situazione adesso sia un po’ diversa da quella al mio arrivo, perché in quel momento la squadra aveva delle esigenze e adesso ne ha altre. Spero di avere una possibilità di salutare il Liverpool giocando: voglio salutare i miei compagni, lo staff tecnico e i tifosi, che si sono comportati bene con me”.

RITORNO A TORINO – “Ho un contratto di altri due anni con la Juve. Non ne ho ancora parlato né il mio procuratore, né con la mia famiglia o la Juventus. Torno quest’estate perché ho un contratto di altri due anni. C’è un rapporto molto rispettoso tra noi”.

VICINISSIMO AL VALENCIA, POI… – “Ho parlato con il Valencia: dovevamo decidere e ho sentito la Juventus per vedere se autorizzavano o meno il mio trasferimento. Alla fine hanno ingaggiato un altro giocatore. Ho parlato con Gattuso, una persona che ammiro e stimo molto: alla fine i club non hanno stretto l’accordo, cose che succedono nel calcio. Poi è arrivato il Liverpool: ha scommesso su di me, e di questo sono molto grato”.

VOGLIA DI LIGA – “La Liga mi attira e potrei concedermi un’altra chance lì: è un campionato che già conosco, a cui mi sono adattato bene. Se c’è una squadra che scommette sul possesso palla, per me va bene”.

IL CONFRONTO TRA MESSI, RONALDO E NEYMAR – “Tutti e tre hanno qualcosa in comune: hanno una mentalità vincente. Che si tratti di un allenamento, di un’amichevole o di una finale: anche se giocano contro le loro madri, a loro non importa. La loro mentalità è eccezionale. Neymar è un allenatore, finta, dribbla… Cristiano segna goal ovunque si trovi e ovunque vada… E Messi, beh, Messi è un extraterrestre. Un alieno. Una cosa fuori dall’ordinario”.

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