Inter, inchiesta plusvalenze: i pm indagano sui riacquisti

La Procura di Milano inizia l’analisi di documenti e mail prelevati dalla finanza nella sede del club Marotta: “Sempre agito con correttezza”

“Peculiarità italiane” sono le parole che più si usavano ieri al quarto piano del Palazzo di giustizia di Milano, in cui sono arrivati ormai tutti i documenti prelevati dalla sede dell’Inter martedì. Come se osservare nei dettagli l’operato di un grande club nostrano per due stagioni aprisse gli occhi sulle caratteristiche peculiari del mercato italiano. Soprattutto sugli scambi di giocatori di fascia medio-bassa e sul vecchio sistema della “recompra”, presente nell’ordinamento fino al 2019 e che, secondo i sospetti degli investigatori, potrebbe essere stato usato per “predeterminare” futuri incassi. Proprio questi sono i punti focali di una inchiesta, ancora in embrione, sui 90 milioni circa di plusvalenze dal 2017 al 2019. Si ipotizza il reato di “false comunicazioni sociali”, peraltro ancora tutto da dimostrare, in un fascicolo a carico di ignoti, cioè senza indagati. Ora non è escluso che i pm che coordinano l’inchiesta, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, possano decidere di affidare una consulenza tecnica ad un esperto per l’analisi dei rendiconti acquisti dai finanzieri. In questa prima fase, comunque, saranno gli investigatori a studiare contratti, movimenti di denaro, fatture e anche le mail tra i dirigenti nerazzurri e con i colleghi di altre squadre.

Il caso

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L’Inter già martedì ostentava sicurezza e ieri è tornato sull’argomento l’a.d. Beppe Marotta prima della sfida al Toro: “Abbiamo emesso un comunicato chiaro ed esplicito – ha detto -. Confermo che l’Inter ha sempre agito in modo corretto. C’è assoluta serenità e collaborazione”. Il club, infatti, è convinto di aver operato a norma di legge anche perché è sempre “aleatoria” “la valutazione di un calciatore. Vale anche per i casi più noti finiti nell’inchiesta, ovvero quei giocatori ceduti altrove con ricca plusvalenza prima di fare il viaggio di ritorno a Milano, non necessariamente sempre con una precisa clausola nei contratti: su tutti, il portiere Ionut Radu e l’attaccante Andrea Pinamonti, “rimbalzati” in diversi momenti tra Inter e Genoa. Radu nel 2018 fu ceduto ai rossoblù per 8 milioni, poi nel 2019 fu esercitata l’opzione per il ritorno a 12. Sempre in quel 2018-19 la cessione di “Pina” al Genoa aveva permesso di mettere a bilancio 19 di plusvalenza, la più alta di tutte quelle in esame, poi però ecco il rientro a Milano nel 2020-21 per 21 milioni. E occhio pure al difensore belga Zinho Vanheusden, che due stagioni fa era stato venduto allo Standard Liegi per quasi 11,7 milioni (plusvalenza 9,5) ed è stato ripreso in questa a 16: anche lui adesso è alla corte di Sheva. Ma anche sui nomi minori il destino riserva sorprese: Francesco Forte, ad esempio, è una delle plusvalenze più piccole nel periodo in oggetto, 287mila appena per la cessione nel 2019 ai modesti belgi del Waasland. Però ieri la punta ha avuto l’ennesimo exploit che giustificherebbe cifre assai superiori: primo gol in A dopo un anno super in B.

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