Inghilterra-Italia, la Rosicata

Rosico perché più vedo giocare i nuovi azzurri, ex improbabili che hanno comunque qualcosa di speciale addosso e dentro, e più penso che con alcuni di loro in campo al posto di tre, quattro “europei”, oggi saremmo in Qatar: non disponendo di talenti assoluti, né relativi, meglio ricorrere a chi ci mette cuore, attenzione e superconcentrazione. È un pensiero “semplice”, fin troppo naturale, ma non riesco a togliermelo dalla testa.
Rosico – non passa e non mi vergogno di ammetterlo – perché in autunno noi, laggiù, non ci saremo.
Rosico perché nei giorni scorsi la Fifa non ha avuto il coraggio di estromettere l’Ecuador che aveva commesso una grave irregolarità. In tal modo ha evitato di prendere una decisione che avrebbe alimentato polemiche a non finire intorno alla ripescata.
Rosico perché un Mondiale senza i campioni d’Europa in carica, ovvero i “più forti” del Continente-guida del calcio internazionale e per di più quattro volte titolati, ha tecnicamente e sportivamente meno valore. Se aggiungo che Qatar 2022 ha addirittura rischiato di perdere anche i campioni d’Africa (Senegal) che con l’Egitto l’hanno risolta soltanto all’ultimo, ai rigori, l’irritazione e lo spiazzamento aumentano. Credo che sia giunto il momento di modificare il regolamento in funzione di una superiore qualità dell’evento più importante, oltre che del rispetto dei titoli.
Rosico perché il Galles, la Svizzera, il Belgio, la Spagna e l’Inghilterra, che in autunno saranno dove noi andremo da osservatori rosicanti, l’estate scorsa – e non una vita fa – furono eliminate dall’Italia di Mancini.
Rosico perché siamo in mano a istituzioni (Fifa, Uefa) che per fare sempre più soldi e voti organizzano tornei come la Nations League, manifestazione che numerosi giocatori e le nazionali più prestigiose finiscono per snobbare.
Rosico perché alcuni presidenti di serie A farebbero – fanno – il possibile per mettere in difficoltà Gravina proprio attraverso la Nazionale, realtà che ha lasciato un segno profondo nel Paese e nella sua capacità (o incapacità) di rappresentarlo.
Rosico, anzi m’incazzo, quando leggo che «per garantire liquidità alle società in pieno calciomercato» la Lega richiede al Parlamento l’estensione della moratoria dei versamenti fiscali e contributivi dal 31 luglio al 31 dicembre, ovviamente «per far fronte ai diminuiti ricavi a causa del covid, crisi aggravata dall’emergenza energetica degli ultimi mesi». E allora penso a tutte quelle attività verosimilmente considerate “minori”, a professionisti (imprenditori, commercianti, ristoratori, baristi, parrucchieri, autotrasportatori, tassisti, editori piccoli e grandi) che in passato hanno commesso molti meno errori dei nostri presidenti del calcio e non potranno godere di agevolazioni fiscali della stessa portata.
Rosico perché Robi Baggio ci ha messo una vita a parlare come se fosse ancora presidente del Centro Tecnico di Coverciano: «È una vergogna – ha detto – che l’Italia, avendo vinto l’Europeo, non sia qualificata di diritto al Mondiale. È una follia, bisognerebbe cambiare le regole». Appunto. Penso che, a parte le istituzioni burocratiche – poco democratiche – sarebbe bello e giusto creare un Comitato di Saggi Indipendenti il cui peso morale e intellettuale potrebbe essere adeguatamente accettato dai “rapaci” Ceferin e Infantino (con la collaborazione di Evelina Christillin, of course).
Rosico anche per l’Ucraina, dolorosamente fuori dal Mondiale per un clamoroso errore arbitrale e del Var.
Infine, rosico perché tra meno di un mese saranno passati quarant’anni dal trionfo di Spagna e se non ci mettiamo di buzzo buono siamo destinati a vivere di ricordi e story-telling – dando altro lavoro ai vari Buffa, Porrà, Marani – e di film come “il viaggio degli eroi”. Prossimamente sugli schermi Rai.

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