Ilic leader Torino: senso del gioco, forza e gol

TORINO – La sua sassata di destro, quindi col piede non baciato dalla dea del pallone, è una gran bella cartolina. La manda Ivan Ilic. A chi si è goduto la notte contro la Feralpisalò al Grande Torino e a chi – lontano da Torino per trascorrere qualche giorno di vacanza fuori città – è rimasto incollato davanti alla tv. In attesa che il muro eretto da Pizzignacco, prima o poi, crollasse. La porta sembrava stregata, ma alla fine l’ha risolta proprio il serbo, pupillo di Juric, che a gennaio ha detto no al Marsiglia e alla corsa al titolo francese pur di ritrovare il suo mentore di Verona. La sua prestazione si riassume molto bene snocciolando i numeri: oltre alla rete decisiva, c’è un mare di lavoro. Pulito e sporco. I 3 tiri complessivi verso la porta avversaria, i 4 palloni recuperati, i 94 passaggi riusciti e i 112 tocchi. Roba da Ilic. Non è un caso che Juric abbia spinto tantissimo per averlo. Il Toro sta iniziando a gustarselo solo adesso. Nel girone di ritorno della scorsa stagione, infatti, gli infortuni hanno condizionato tanto il rendimento del serbo. Arrivato malconcio da Verona, ci ha messo tre mesi per trovare una quadra. Per capire il mondo Toro e per prendersi un posto accanto a Ricci. La coppia “champagne” con Ricci, ribattezzata così da Juric, finora ha distribuito soltanto sorsi di grande calcio. A riempire i flute ci penseranno da adesso. Perché il gioco granata dipenderà tantissimo dall’equilibrio di una coppia di elementi simili. L’ex Empoli più metronomo, l’ex Verona più incursore. Entrambi termometro di una manovra che contro la Feralpisalò a tratti è sembrata già molto fluida. Mancava solo il gol, che poi è arrivato con una frustata di Ilic. Decisivo e provvidenziale: i supplementari, senza la castagna del classe 2001, sarebbero diventati uno spauracchio molto concreto.

Torino, le parole di Ilic

Al fischio finale anche il suo volto spigoloso è sembrato disteso. Sollevato, per una prestazione iniziata con qualche pallone perso di troppo. Ilic ha ripercorso così il match: “Sono molto contento per il mio gol, ma la cosa più importante è che la squadra sia riuscita a vincere. Adesso iniziamo il campionato, speriamo con un’altra vittoria“. Alle porte c’è il battesimo di Serie A contro il Cagliari. Ilic è contento anche dei compagni di reparto: con Ricci ha preso confidenza negli ultimi sei mesi, con Tameze la conoscenza è figlia del periodo di Verona. “Ci conosciamo bene, in questa stagione possiamo giocare anche meglio dello scorso anno“, le confidenze del fine partita. E nessun dramma, nella visione di Ilic, a proposito di un gol che il Toro contro la Feralpisalò ha dovuto aspettare a lungo: “Ci sta, può volerci un po’ di tempo. Sono sicuro che i nostri attaccanti possano fare di più e in questa stagione possiamo vincere tante partite grazie ai loro gol“. Un po’ di zucchero per Sanabria non guasta mai, soprattutto dopo una partita in cui non è riuscito ad incidere come nel girone di ritorno dello scorso campionato. Ilic sa perfettamente di avere una grande responsabilità, dettata dalla smania di Juric di portarlo a Torino. Per cui non vuole deludere le enormi aspettative che tutto l’ambiente granata ripone su di lui. Contro la Feralpisalò ha iniziato col piede giusto, togliendo le castagne dal fuoco ad un Toro che non sapeva più come segnare il 2-1 della liberazione. Prendendosi il rischio di calciare da lontano, anche col piede meno amico. Il Toro ha bisogno anche di questo. Di gol da lontano quando il risultato è inchiodato e di giocatori in grado di osare. Ilic è così. Prototipo di un coraggio sul quale Juric vuole fondare la squadra del definitivo salto di qualità.

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