Il Rio della Plata, i Cavalieri dell’Angoscia, il gusto della sfida: così nacque il trequartista

C’era una squadra negli anni 40 che giocava un calcio senza antidoti, e girava intorno a uno che faceva passaggi mai visti. Diceva Di Stefano: “Chi è meglio tra me, Pelé e Maradona? Si vede che non avete mai visto lui…”

Il trequartista non è un giocatore come gli altri. Non a caso, spesso, viene definito “atipico”. Cioè: fuori dalla norma. Appartiene, insomma, a un’eletta schiera: deve possedere coraggio, tecnica, fantasia e una notevole capacità di sopportazione del dolore, perché non è semplice starsene nel mezzo delle linee nemiche, da soli, a prendere botte e insulti cercando disperatamente un’idea che si trasformi in capolavoro.

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