Il Bologna di Saputo apre a nuovi azionisti: tutti i dettagli

BOLOGNA – Joey Saputo apre alla possibilità di accogliere nuovi soci nel Bologna. Il presidente rossoblù lo ha detto a Forbes: «Se nel tempo gli imprenditori avanzano proposte serie per entrare nell’azienda insieme a me con una visione compatibile con la mia, le prenderò sicuramente in considerazione, con l’obiettivo di aumentare il potenziale del Bologna». Nel pomeriggio girava la voce che Massimo Zanetti potesse essere interessato. Azienda uscita da poco dal ciclismo, l’entourage di Mr. Segafredo ha escluso categoricamente. Saputo ha anche spiegato che «la sostenibilità assoluta» del Bologna «è ancora lontana». Questione intimamente intrecciata alla possibilità di allacciare nuovi rapporti con altri imprenditori. Saputo ha chiarito con fermezza che «non c’è assolutamente l’intenzione di lasciare il club».

Bologna-Saputo, una storia iniziata nel 2014

L’anno sotto le due torri per restare vicino al figlio Jesse sta cambiando molte cose. La presenza di Saputo è sentita da tutti, e tutti – dicono a Casteldebole – danno il meglio. La mattina arriva prima di tutti, fa palestra, fa colazione con i giocatori, pranza con loro. La second life di Joey Saputo a Bologna è totale. Ma ancora molti punti sulla sua gestione restano aperti. Il business in questo senso non è un aspetto secondario. Rapporti con sponsor, gestione delle persone, motivazione. Il filo del Bologna intreccia tutto. Molte cose sono già cambiate dal 2014, l’anno in cui Saputo entrò nel club. «Era mia intenzione entrare con una partecipazione di minoranza in un club europeo perché, in quanto proprietario di una squadra della MLS, il CF Montreal, ero interessato a sviluppare sinergie che migliorassero il livello tecnico della mia squadra canadese». Com’è andata lo sappiamo tutti. «Poco dopo, le difficoltà finanziarie della nuova gestione mi hanno spinto a ricoprire il ruolo di azionista di maggioranza».

Bologna, sostenibilità finanziaria come obiettivo

Il Bologna di oggi vale, solo considerando il parco giocatori, 150 milioni di euro. Il rinnovamento dello stadio è avviato. Ci sono progetti, idee, iniziative. Oggi Saputo controlla oltre il 99,9% delle azioni del club attraverso una società di partecipazioni private. Nell’ultimo bilancio finanziario sono state annunciate perdite per 16 milioni di euro. Un valore due terzi inferiore a quello della stagione precedente. «Per quanto riguarda la questione della sostenibilità finanziaria, ritengo che sia molto difficile conseguirla a causa dell’alta competitività del calcio italiano ed europeo in generale, a meno che non imponiamo regole condivise che costringano tutti a rispettare specifici parametri di spesa». Il taglio dei veterani (da Sansone a Soriano fino ad Arnautovic) aiuta anche il bilancio. Il mercato ha fatto il resto.

Saputo e il modello Usa

Non mancano i top player. Orsolini, per esempio, ha firmato un contratto a cifre alte (oltre 2 milioni), e con Thiago Motta la competitività sta dando frutti. Saputo, com’è logico, guarda anche all’America, al modello Made in Usa. Gli anni di esperienza al Montreal sono stati decisivi, anche se adesso che passa più tempo a Bologna dall’altra parte del mondo si lamentano. Tutto il mondo è paese, insomma. Saputo però sorride: «Ho sempre ritenuto opportuno che il calcio italiano adotti, almeno in parte, la mentalità manageriale delle leghe sportive nordamericane». E aggiunge: «Pensavo, e penso ancora, che se il potere e l’autonomia della Lega crescono, cresceranno anche i singoli club e ne beneficeranno».

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