Hadji, l’idolo del Marocco: poteva essere Zidane, ma scelse con il cuore

Cresciuto in Francia con il papà minatore, rifiutò la maglia dei Bleus. Con la sua nazionale disputò due Mondiali

Il marocchino più celebrato nel suo paese per molti anni sentì raccontare da suo padre la storia di come si vive nell’oscurità di una miniera, nell’attesa di tornare a vedere – a fine giornata – la luce. Forse è per questo che Mustapha Hadji intese il suo lavoro – tirar calci a un pallone – come una via di fuga dal buio della banalità: ogni dribbling accendeva una luce, ogni colpo di tacco innescava una scintilla, tutto nelle sue giocate era lampo che attraversa il cielo e lo illumina all’improvviso. E nel Marocco che va a giocarsi l’ottavo di finale contro la Spagna oggi – simbolicamente – gioca anche lui.

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