Giroud: “Segno di più grazie all’oculista. Non mi spettino neanche in campo perché…”

L’attaccante rossonero svela a GQ i dieci oggetti da cui non si separa mai: “Sono dipendente dal caffè, amo gli orologi e a casa mia non può mai mancare il pallone”

3 maggio – Milano

L’Olivier Giroud che gioca e segna per il Milan abbiamo ormai imparato a conoscerlo bene, ma il 35enne attaccante francese non è un tipo eccessivamente riservato sulla propria vita fuori dal campo. E spesso svela qualche dettaglio, senza troppi segreti. In un’intervista a GQ, “Oli” racconta passioni e piccole manie, con alcuni particolari inediti: lo spunto sono i dieci oggetti da cui non si separa mai.

Capelli

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“I miei compagni di squadra mi prendono sin giro perché quando gioco ho sempre i capelli in ordine, anche a fine partita. Il segreto è un colpo di spazzola sui capelli bagnati, poi un po’ di cera e dopo, per fissarli, metto la lacca. Qualche volta quando faccio troppi colpi di testa e non rimangono perfetti, ma va bene lo stesso”.

Bibbia

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“Essere credente mi aiuta tanto tutti i giorni per andare avanti. La vita di Gesù mi ispira, la sua umiltà. Parlo alla mia famiglia della Bibbia, è molto importante per me, è una cosa che fa parte del mio cuore”.

Parastinchi

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“Sono speciali perché lì c’è tutta la mia famiglia: i nomi di mia moglie e dei miei figli, il mio numero e la fotografia di tutti. Mi piace vedere le facce dei miei figli prima delle partite. Mi dà più motivazione, penso sempre a loro: mi danno la forza”.

Tiramisù

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“Lo mangio sempre quando vado al ristorante, lo cerco sempre nei menù, mi piace finire le cene così. Mia nonna lo faceva molto bene, mi piace tanto quando c’è tanto caffè, mentre non mi piace l’alcool. Mi ricorda che sono un po’ italiano nelle mie origini. Savoiardi o pavesini? Preferisco il biscotto savoiardo perché sono di Savoia. Assorbe tanto il caffè, per me la sensazione è davvero bella”.

Lenti a contatto

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“Metto le lenti dal 2011. È una cosa divertente, lo dico oggi per la prima volta davanti alle telecamere. Nella prima stagione con il Montpellier non avevo le lenti. Quando i miei amici e la mia famiglia mi hanno visto in tv mentre strizzavo gli occhi, mi hanno detto che c’era un problema. Quindi nella seconda stagione sono andato dall’oculista, che mi ha chiesto come fosse possibile che facessi gol con gli occhi che avevo… Mi ha consigliato di portare le lenti. È divertente perché nella seconda stagione abbiamo vinto il campionato e sono stato capocannoniere grazie all’oculista”.

Scarpe

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“Sono il mio oggetto di lavoro. Mi piacciono tanto queste scarpe, sono molto belle, leggere e comode. La taglia è 10 e mezzo (44 con il metro europeo, ndr), ci sono tutti i nomi dei miei figli e anche la bandiera della Francia. Le scarpe da allenamento magari si allargano un po’ troppo, quindi in partita preferisco usarne di nuove”.

Caffè

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“Alla mattina ho bisogno di un paio di caffè per svegliarmi, è vero che in Italia lo fate bene, sarà anche per questo che mi piace tanto il tiramisù. Quanti ne bevo al giorno? Tre o quattro caffè al giorno, non posso stare senza”.

Orologio

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“Adoro collezionare orologi. Mi piacciono diverse marche, per me è anche un investimento. La mattina quando mi vesto se non ho l’orologio non mi sento bene, come se mi mancasse un pezzo. Ho bisogno di avere una cosa sul braccio, sono perso quando non ho l’orologio”.

Chiavi

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“Le chiavi della macchina sono sempre con me. Sono un grande appassionato di macchine sportive. Quando ero piccolo mio padre aveva belle macchine. Mi piace tanto anche il rombo del motore. Posso avere la stessa sensazione di quando gioco a calcio, una grande adrenalina. Non vado troppo veloce, ma quando posso provo tanto piacere nel guidare la macchina. Ne ho diverse, ma qui al Milan, visto che abbiamo lo sponsor BMW, guido una bella M8”.

Pallone

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“Questa è tutta la mia vita, da quando ero piccolo è sempre con me. Dopo la scuola giocavo in casa, contro il muro, contro la porta: ho sempre calciato. Mi ricordo che i miei genitori non erano molto felici, ho fatto qualche casino in casa. Il pallone era sempre con me, ma lo è anche oggi. In casa ho sempre una palla, anche i miei bambini tutte le sere fanno una partita a casa. Dopo l’allenamento devo giocare ancora con loro, è tutta la mia vita”.

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