Giovani o esperti: basta veti, fischino i più in forma

Si può discutere se la scelta del designatore Rocchi di lanciare tanti arbitri nuovi sia stata azzeccata per il ricambio generazionale. Ma certi arbitri esperti non sono migliori dei giovani, anzi…

Sembra di vederlo il designatore Gianluca Rocchi aspettare davanti alla tv, dopo il fallo non visto dall’arbitro Guida, che Massa al Var lo richiamasse per concedere uno dei rigori più evidenti degli ultimi anni grazie all’ausilio della review. Lo immaginiamo sgranare gli occhi davanti al gioco che viene fatto riprendere e pensare: ma se anche due internazionali come Guida e Massa combinano un disastro simile io chi devo mandare? L’analisi fredda dell’episodio non poteva che portare al naturale provvedimento di sospensione. La coppia non vedrà i campi di A per circa un mese. Un bel guaio non solo per loro, ma anche per il designatore stesso che perde due tra gli arbitri più affidabili quest’anno visto il rendimento, anche se Massa aveva già dimostrato di essere più bravo in campo che al monitor.

Eredità pesante

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Che sarebbe stata una stagione difficile per gli arbitri lo si sapeva da prima che cominciasse. Il livello medio non è alto, tra quelli più esperti (Orsato, Doveri, Irrati, Mariani, Valeri, Chiffi, Di Bello, gli stessi Massa e Guida) ci sono elementi di buon livello, ma nessuno in grado di raccogliere le eredità dei vari Collina, Rizzoli e Rocchi stesso. Nessuno che dia la certezza di un sabato o una domenica senza rischi. Anche per questo una delle richieste fatte a Rocchi al momento di affidargli il ruolo di designatore è stata quella di lanciare dei giovani per permettere il necessario ricambio generazionale: impegno che lo stesso Rocchi ha portato avanti, con alterne fortune, durante quasi tutta la stagione.

Il cambio al vertice nella stagione peggiore

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Una operazione simile però era quanto di più complicato in una stagione in cui cinque società di vertice avevano cambiato allenatore, chiamando in panchina dei big, ognuno con la necessità di vincere e molti con una riconosciuta capacità di gestire la comunicazione e cavalcare qualche polemica. Il calcio italiano da sempre non aspetta ma quest’anno, con la crisi lasciata dal Covid, ancora meno. Ecco perché ci sarebbe voluta una gestione forse più esperta. Non a caso lo stesso Rocchi avrebbe preferito ancora un anno insieme all’ex designatore Rizzoli (dividendosi Var e designazioni), con la squadra collaudata dei vice (Stefani, Gava, Giannoccaro) di cui aveva fatto parte. Il cambio di presidenza nell’Aia ha però portato anche alla voglia di voltare pagina dopo l’era Rizzoli. E quindi Rocchi si è trovato con una squadra tutta nuova (i vice Gervasoni, Manganelli, Di Liberatore con Giannoccaro riferimento per i club) a gestire da solo e in autonomia una annata non semplice. Si può discutere se sia stata una scelta azzeccata aver lanciato tanti arbitri nuovi garantendo a tutti una serie di partite anche importanti per testarne qualità e capacità di gestione in stadi difficili. O se non sarebbe stato meglio fare una selezione e gestire in maniera più graduale il loro inserimento. Meglio arrivare a San Siro e all’Olimpico con calma o essere buttati nella mischia per vedere chi reggeva l’urto? Strategie. Forse Rocchi ha voluto affrettare i tempi proprio per accelerare il ricambio. C’è da dire però che, nonostante qualche errore, gli esperimenti hanno fatto crescere una nidiata di giovani interessanti. Difficile prevedere se qualcuno diventerà un top, ma ci sono margini per delle buone carriere. I numeri e i voti della Gazzetta, che non sempre è generosa verso i fischietti (il 6 o 6,5 sono già una promozione e i 7 e gli 8 in pagella si usano più per i giocatori che per gli arbitri) dimostrano che ci sono giovani di qualità. Tra i migliori finora Sozza, Dionisi, Marinelli, Sacchi, Ayroldi, Massimi, Forneau, Rapuano. Pronti, con voglia di crescere, apprendere e forse più liberi di testa, rispetto ad alcuni colleghi più anziani, certo più smaliziati ma anche spesso al centro di polemiche per errori o gestioni un po’ permalose dei cartellini. In sintesi: certi arbitri esperti non sono migliori dei giovani, anzi…

Largo ai giovani, poi lo stop delle big

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E così a turno, nello schema Rocchi, anche le big si sono trovate davanti fischietti alle prime esperienze. Una novità che all’inizio è stata accolta con favore ma quando la stagione è entrata nel vivo, l’atmosfera è cambiata. Rocchi ha continuato a designare a turno arbitri giovani anche per le grandi, magari in gare sulla carta quasi scontate. Il problema è che il nostro campionato da gennaio in poi gare scontate non le ha avute più, complici i difetti e gli alti e bassi anche delle prime della classe. E così dopo un paio di errori pesanti subiti a San Siro contro Spezia e Udinese arbitrate da giovani, il Milan con Maldini ha evidenziato la necessità di avere fischietti esperti per le grandi nella fase più calda. Richiesta legittima, avallata anche dalla stampa, Gazzetta compresa. Basta esperimenti. Se ne è convinto anche Rocchi, prima di essere tradito dalla coppia Guida-Massa. E adesso? Spazio solo ai più in forma: in prima fila restano i vari Orsato, Doveri, Irrati, Mariani, ma anche Sozza, Marinelli, Dionisi ecc saranno impegnati senza guardare troppo la carta di identità e l’anzianità di servizio.

Quelle bocche sempre cucite

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Prosegue invece il silenzio a fine gara delle istituzioni arbitrali. Si era detto che da quest’anno ci sarebbe stata più comunicazione, interventi, chiarimenti, sfruttando anche la sede di Lissone o inaugurando canali web o televisivi. Finora lettera morta. Eppure nel 2022 sembra davvero anacronistico affidarsi ancora ai rumors. Certo, lo stop fatto filtrare degli arbitri Guida e Massa già chiarisce il pensiero di chi li gestisce. Ma non sarebbe stato meglio spiegare, magari anche scusandosi? Non sarebbe neanche una novità, già la Fifa ai mondiali del 2018 aveva inaugurato la spiegazione degli episodi e degli errori. C’è stato il coraggio di tentare il ricambio generazionale, manca ancora quello di consentire che un designatore o chi per lui, parli e comunichi apertamente. Sarà un tema per il prossimo anno, sperando di chiudere questo senza ulteriori errori madornali, affidandosi al giusto mix di esperti e giovani. Quasi nessuno oggi dà garanzie più di altri, questo ormai è palese.

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