Friedkin, tre mosse Roma: Opa, aumento di capitale e stadio

Pinto, poche invenzioni: ora serve una Roma da Mou

Guarda il video

Pinto, poche invenzioni: ora serve una Roma da Mou

Roma, via all’Opa

La prima è l’uscita dalla Borsa, che comincia ufficialmente oggi con l’inizio dell’Opa per il rastrellamento delle azioni flottanti. La proprietà ha già fatto un appello ai piccoli soci, chiedendo loro di rinunciare alla loro quota affettiva di partecipazione, garantendo comunque un ruolo di “supertifosi” che godrebbero di agevolazioni varie in seno al club. Ma anche se l’Offerta non fosse sufficiente a superare il 95% del controllo – con gli ultimi acquisti sul mercato i Friedkin sono arrivati a sfiorare il 90% – la procedura di delisting da Piazza Affari andrebbe avanti comunque con un piano B: la fusione tra l’As Roma e un’altra società non quotata della galassia Friedkin, sì da raggiungere ugualmente la soglia richiesta per uscire dalla Borsa. Il costo dell’Opa, ove fosse sottoscritta integralmente dagli azionisti, sarebbe di 27 milioni. Il resoconto si avrà il 9 ottobre. I Friedkin hanno spinto per questa strategia per migliorare la snellezza e la discrezione delle operazioni della Roma. A fronte dell’investimento iniziale, potranno inoltre risparmiare i costi di gestione della Borsa, senza essere sottoposti alla volatilità di un mercato in cui gli scambi sono sempre poco frequenti. 

La nuova Roma di Mourinho per la prossima stagione

Guarda la gallery

La nuova Roma di Mourinho per la prossima stagione

Nuovo aumento di capitale e stadio

Intanto, vista l’imminente chiusura del bilancio che farà registrare un altro passivo pesante, i Friedkin studiano un nuovo aumento di capitale per riequilibrare i conti. Con la loro immissione di denaro, che procede regolarmente ogni mese e risponde alle necessità correnti di cassa, si stanno avvicinando sempre di più al miliardo di euro di investimento sulla Roma. Proprio per questo, oltre al contenimento dei costi e degli ingaggi inutili, la proprietà punta all’innalzamento dei ricavi, che diventerà fondamentale per raggiungere l’equilibrio finanziario richiesto dall’Uefa nei prossimi anni. La vittoria in Conference League ha aiutato il bilancio, anche come indotto, ma non è sufficiente a compensare le perdite. Per rendersi meno dipendente dal risultato sportivo, che nelle ultime quattro stagioni ha tenuto la squadra fuori dalla Champions League, i Friedkin vogliono accelerare sulla costruzione dello stadio di proprietà. L’assessore della giunta Gualtieri, Alessandro Onorato, nei giorni scorsi ha assicurato che le novità fossero imminenti. Resta da capire se l’area giusta per raggiungere l’obiettivo sia davvero Pietralata, che in questo momento sembra in pole position. L’unica condizione che pone la Roma al sindaco è la velocità dell’opera. Sul sito si può discutere, sui tempi no: entro tre anni i Friedkin vogliono abbandonare l’Olimpico per giocare in una casa disponibile 365 giorni all’anno. 

Maglia Abraham: scopri l’offerta

Precedente AS: "Il City su Fabian Ruiz del Napoli, ma c'è il nodo De Laurentiis" Successivo Palermo in Serie B: i complimenti di Dybala e Amauri