Florenzi tocca 400 gare e punta il Napoli: ora Pioli ha il suo uomo spogliatoio

Il terzino ha raggiunto la cifra tonda come numero di partite con i club. Tra post sui social e la “chiacchiera”, Ale è tornato per la Champions

La maglia numero uno ha una serie di “gemelle” sparse per Vitinia, l’isola felice a un tiro d’esterno dal Raccordo dove Florenzi torna quando può. Mamma Luciana e papà Luigi vivono ancora lì, a “Vitinia alta”, la collinetta che sorveglia dall’alto la cittadina vicino Roma. Lì c’è la versione originale della prima maglia utilizzata tra i professionisti, quella di Roma-Sampdoria del 22 maggio 2011. Contro l’Empoli è arrivato a 400 gare.

Quanta strada

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Sandrino, fuscello senza barba dagli occhi furbi e vispi, entrò al posto di Totti a cinque minuti dalla fine. Lui che da ragazzino andava all’Olimpico di prima mattina per fare il raccattapalle, e poi tornava a casa con occhi sognanti, sul sedile posteriore di un auto sgangherata. “Tra qualche anno a Totti darai il pallone con i piedi”, sosteneva papà. Florenzi annuiva poco convinto, ma alla fine è andata così. Contro l’Empoli ha toccato le 400 partite tra i pro’ con le squadre di club: 37 a Crotone, 279 a Roma, 14 a Valencia, 36 a Parigi e 34 a Milano, dove ha vinto lo scudetto guadagnandosi la nomea di “uomo spogliatoio”. Il suo “Maldini riscattami”, urlato in una diretta Instagram subito dopo la vittoria, ha convinto i tifosi e lo stesso Paolo, che infatti l’ha blindato.

Ale, detto Spizzi

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Al Duomo lo chiamano “spizzi”, e sta per “spizzingrillo”, perché in squadra ci sono troppi “Ale”. A Milanello ha portato la “chiacchiera”, la parlantina svelta tutta romana. Florenzi è così, istinto e personalità: fa gol sotto la Sud e corre in tribuna ad abbracciare la nonna. Vede Ter Stegen fuori dai pali e punge il Barcellona con un pallonetto. C’è una palla alta in mezzo all’area e va in rovesciata. L’estate scorsa gli avevano dato del “bollito”, ma lui non ha fiatato. Anche perché l’inizio non è stato facile: un infortunio l’ha escluso dall’undici titolare dell’Italia campione d’Europa. Conoscendolo un po’, però, avrà detto “chi se ne frega, conta il gruppo”. Ed è per questo che il suo ritorno è una manna dal cielo per lo spogliatoio. Alla vigilia di Tottenham-Milan, durante un torello come tanti, ha preso in giro Gabbia con fare scherzoso, smorzando la tensione come sa fare. Contro il Napoli sarà fondamentale in tal senso.

Coltellino svizzero

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Duttilità. Rudi Garcia l’ha sempre chiamato “il coltellino svizzero”, uno che ti metti in tasca per aprire tutte le porte. Esterno, mezzala, terzino, destra o sinistra non fa differenza. A Crotone, una volta, ha segnato perfino su punizione. Era la prima esperienza lontano da casa e si divertiva ad andare a pesca con un amico romano, Simone Mirante. Più di dieci anni dopo il ragazzo s’è fatto uomo, si è sposato e ha una famiglia tutta sua, ma non ha mai dimenticato le origini. Per questo la prima maglia della sua vita ha diverse “gemelle” in giro per Vitinia. Una alla Locanda, il ristorante vicino casa, un’altra ancora nel bar di Via Sarsina dove ogni tanto si fa vedere per un caffè. Chissà dove metterà la numero 400.

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