Fiorentina sulle orme della Roma: ci sono 25 milioni di motivi

FIRENZE – Venticinque milioni di buoni motivi. Sono quelli che accompagnano oggi la Fiorentina in Olanda per provare (domani) a superare il Twente e qualificarsi così alla fase a gironi di Conference League. Venticinque milioni di euro-motivi, che sono quelli che il club viola potrebbe incassare ripetendo il percorso fatto dalla Roma fino alla vittoria finale nella scorsa stagione. E anche se la conquista del trofeo adesso è molto al di là dei pensieri di tutto l’ambiente, è chiaro che l’accesso o il non accesso in Europa rappresenta un vero e proprio spartiacque per la stagione della Fiorentina.

Europa d’oro

Non è l’unico motivo che spingerà la squadra viola a Enschede, ma sicuramente uno dei più rilevanti e la cifra ovviamente è calcolata sui premi garantiti dall’Uefa per ogni singola tappa del percorso fino appunto alla finale (Praga, 7 giugno), a cui vanno aggiunti i “bonus” provenienti dalla classifica del ranking torico decennale Uefa (da un minimo di 44.500 euro fino a 1,42 milioni, dipende da chi tra le 32 ai gironi avrà il coefficiente più alto), dal market pool (23,5 milioni da suddividere tra le partecipanti) e dagli incassi al botteghino per la parte che spetta alla società ospitante. Un ritorno economico di assoluto rilievo a favore del club, già cominciando da questi playoff che mettono in palio l’ingresso alla fase a gironi: se la Fiorentina entrerà a farne parte superando il Twente, riceverà subito 2,94 milioni, poi da lì in avanti 500 mila per ogni vittoria conquistata e 166mila per ogni pareggio nelle sei partite del girone composto al sorteggio di venerdì a Istanbul.

Fiorentina, stagione al bivio

La Fiorentina è chiamata a non fallire l’appuntamento per ulteriori ragioni non meno significative di quella economica: per dare continuità al progetto tecnico iniziato la scorsa estate e finalizzato col settimo posto finale in campionato che ha portato Biraghi e compagni dove sono adesso; per incrementare il valore della rosa in maniera esponenziale; per il ritorno d’immagine e prim’ancora economico esportando il marchio per molti mesi in giro per l’Europa; per la facilità d’accesso a nuovi investimenti; per le strategie sul mercato. Per il prestigio che ne ricaverebbe il club del presidente Commisso, parola che racchiude bene in sé tutto quanto.

Ragione e sentimento

E la Roma è l’esempio perfetto da seguire, con i suoi venti milioni messi in cassaforte arrivando a Tirana e lì conquistando la prima edizione del trofeo: ai cinque milioni circa ottenuti grazie alla fase a gironi, ha poi sommato via via 650mila euro per il primo posto proprio nel gruppo (e 600mila euro di premio per la partecipazione agli ottavi), un milione per i quarti, due milioni per le semifinali, tre milioni per la finale e infine due milioni per la vittoria. Totale oltre quattordici milioni, rimpinguati dalla quota coefficiente Uefa (la Roma era la prima delle 32) e dal market pool legato ai diritti tv e altre voci, a crescere avanzando nella competizione (come unico rappresentante italiano, il club giallorosso si è portato a casa 4,36 milioni). Totale definitivo: venti milioni. Senza contare, anzi contandoli eccome, gli incassi al botteghino per le gare disputate all’Olimpico tra fase a gironi e turni ad eliminazione diretta (un’altra decina di milioni). Quello è il percorso fatto dai giallorossi: la Fiorentina farebbe il suo, ma tanti soldi rimangono. Che non rappresentano (i soldi) il chiodo fisso del gruppo che stamani volerà in Olanda, perché la soddisfazione di regalare l’Europa ai tifosi viola e l’orgoglio di rappresentare Firenze lo animano più di ogni altra cosa: però, tutto insieme, quella di domani è la Partita.

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